A prescindere da ogni considerazione politica e di opportunità è del tutto evidente che la mobility è riconosciuta come il primo business, in continua crescita, a livello mondiale. Quindi gli operatori del settore (agenzie, vettori, ospitalità, ecc) dovranno farsi carico anche dei relativi oneri e disagi, non certamente il cittadino residuale di Venezia.
Le situazioni estreme di questa mobility che interagiscono negativamente con il contesto veneziano andrebbero analizzate per dare almeno una soluzione di prospettiva.
Di seguito alcune considerazioni di sintesi che vorrei proporre all’attenzione anche in considerazione di pregresse esperienze personali nel settore delle information & communication technologies:
Flussi direzionali
Non sono ancora stati resi pubblici (se pur ci sono e che io sappia) i dati di flusso derivanti dalle diverse modalità di accesso al Centro Storico: terra (treno/macchina/bus turistici ecc), acqua (nave/operatori lagunari), aereo, altro. In macro unità di tempo (soprattutto nei picchi) e non solo in percentuale tra le diverse componenti..
Flussi e Timing
Non si può implementare o programmare alcun provvedimento senza aver prima definito il livello massimo di presenze in città. Ovvio, anche se politicamente appare più comodo rimandare ogni decisione. Mi riferisco, non semplicemente, al picco massimo istantaneo (giornaliero, weekend, altro), bensì alla sua durata prevedibile anche su più giorni/ore. Per esempio, se per cinque giorni le presenze in città risultano anche minimamente sotto al limite massimo previsto, e quindi teoricamente compatibili, non è detto che la città regga la continuità di tale medesima pressione anche nei giorni/ore successivi. Bisogna quindi intervenire conseguentemente e in anticipo. Come del resto già avviene con le misure correlate all’inquinamento atmosferico.
Tecnologia. Ticket o Carta Venezia?
Sul ticket, scelto del Comune, si è detto e scritto quasi tutto. La sua gestione appare assai criticabile e pure molto complessa, per qualsiasi organizzazione. Credo che il Comune avrà seri problemi senza una società di gestione (v.oltre)

Su un’ ipotetica Carta Venezia si sa poco o nulla. Invece meriterebbe maggiore attenzione. Per le seguenti ragioni di sintesi:
meno criticità politiche e giuridiche. In tutto il mondo si prenotano on line servizi, o pacchetti di servizi. L’accesso diventa una pratica conseguente, non un problema da gestire senza alcuna previsione.
Sarebbe fortemente orientata alla qualità (turismo sostenibile) più che alla quantità, comunque misurabile in fase di start up.
I sistemi informativi andrebbero interfacciati, anche per il rilascio della relativa Carta/QR Code. Nel contempo gli operatori ne avrebbero un bel incentivo (marketing, immagine, ritorno economico marginale da definire) per la loro presenza (brand/link ecc) nelle varie pagine di prenotazione a sistema. (Un esempio di integrazione: volendo prenotare una giornata di visita agli Uffizi il web ufficiale mi ha segnalato il tutto esaurito. Ho trovato però disponibilità presso un operatore inglese che mi ha pure offerto un pacchetto con macchina e alloggio. All’entrata nessun problema per l’accesso priority. Avevano evidentemente acquistato un pacchetto di accessi in anticipo per rivenderli secondo un loro piano di business.)
La Carta avrebbe un costo comprensivo per una somma di servizi, anche a prezzi incentivati: trasporto pubblico, ma anche privato, musei, Biennale, Fenice, Fondazioni, altri enti culturali, commercio, ristorazione ecc, incluso margine operativo per le casse comunali per costi gestione, sicurezza, nettezza urbana, altro. Chi più resta in città, in proporzione meno paga.
Formazione culturale e comportamentale del visitatore. Con il tempo crescerebbe la coscienza collettiva necessaria e attesa per vivere al meglio la città. Senza QR Code inizialmente entri, ma come ultimo della fila per qualsiasi servizio. Un po’ alla volta si adeguerebbero. Necessaria campagna di comunicazione, come del resto per il Ticket. Nel prosieguo senza Carta/QR Code non si entra nelle giornate a bollino nero (prefissato il limite). Gli accessi senza Carta sarebbero residuali e prevalentemente dal territorio, opportunamente gestibili.
Le Università veneziane, che si occupano da tempo del problema (sin dalla programmata Expo, mai realizzata), dovrebbero esprimere un parere di analisi e di progetto ben più articolato e a-politico. Sono una risorsa per Venezia, promuovano momenti di confronto, anche operativo. L’Università ha destinato fondi PNRR per la ricerca sul comparto turistico.
In conclusione, il sistema Carta potrebbe implementarsi solo con l’istituzione di una Società dedicata e partecipata. Come del resto dubito che la soluzione ticket possa esser gestita senza una preposta Società. La sua costituzione potrebbe perfettamente inquadrarsi tra quelle iniziative finanziate da fondi EU (PNRR, altri già operativi senza scadenza) e raccogliere un insieme di start up connotate da una qualificata professionalità giovanile. Ovviamente la scelta finale è di nuovo politica e Venezia non può più contare sul Consiglio dei Dieci.

Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
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