Sono oltre sessant’anni che ragazze di tutto il mondo giocano con le bambole Barbie, immergendosi in oltre duecento diversi personaggi Barbie, molti dei quali pubblicizzati come role model dai loro creatori, la Mattel Toy Company.
Barbie Agente segreto, Barbie Superchioma, Barbie Cassiera, Barbie Presentatrice tv, Barbie Diamante Rosa, Barbie Banchista di un Noodle Bar, Barbie Candidata alla Presidenza degli Stati Uniti e l’ultima, la più forte del 2022, Barbie Ingegnere responsabile sostenibilità ed energie rinnovabili.
La versione cinematografica di Barbie è un grande successo. In Italia il film ha incassato oltre due milioni di euro il giorno della sua uscita, il più ricco esordio al botteghino del 2023. Anche se Vietnam, Algeria, Kuwait e Libano hanno bandito il film (bandita Barbie?) per contenuti discutibili, il film Warner Bros-Mattel ha già incassato la cifra sbalorditiva di 1.387.927.000 dollari in tutto il mondo. Barbie è talmente popolare in Italia che ha ispirato un nuovo gusto di gelato, Barbie-Bietola (dal colorante rosa ricavato dalla barbabietola). Su YouTube gira una parodia di Giorgia Meloni trasformata in Barbie grazie all’intelligenza artificiale (non è un gioco di parole…). Nel breve video, Georgie, di Ceci n’est pas une AI. si vede Matteo Salvini nei panni di AI Ken insieme ai volti di Ignazio La Russa, Daniela Santanchè e Giuseppe Conte, senza dimenticare Elly Schlein, ogni personaggio associato al suo doppio.
C’è un momento da brivido quando Georgia/Barbie guarda in alto al cielo e dice a se stessa: “Devi andare nel mondo reale”.
Dai critici il film può pur essere definito un “manifesto femminista”, ma Greta Gerwig, regista e co-sceneggiatrice con Noah Baumbach, ha brillantemente inserito nella trama un tormentone esilarante su come e perché agli uomini va di battersi e combattere. Ken (Ryan Gosling) e tutti gli altri Ken prendono d’assalto le coste di BarbieLand con le loro armi che sono racchette da tennis, a cavallo di mazze con testa equina (da far pensare ai vichinghi) e non la smettono, di combattere tra loro, manipolando quel accade, come succede nei film di guerra (e nella vita reale), da rendere difficile poter distinguere i buoni dai cattivi.
Il film si apre con un déjà vu che ricorda 2001. Odissea nello spazio, una scena con solo bambine che sbatacchiano con forza le loro bambole fino a sfracellarle. E si passa poi, d’emblée, in una BarbieLand rosa intenso (un rosa abbagliante) con forse un cenno intenzionale a La donna perfetta, dove le donne passano le loro giornate come zombie felici in abiti perfetti.
La scintilla della trama scatta quando Barbie si sveglia una mattina con l’alito cattivo e i piedi che improvvisamente non poggiano su tacchi, innescando una crisi esistenziale sulla morte e sulle Barbie stereotipate. Su consiglio di Barbie Strana, va in viaggio nel mondo reale per trovare la “verità sull’universo” nel “paese” della California.
Nascosta in questa commedia farsesca e divertente c’è una sfida fondamentale all’opaco patriarcato della società e al modo in cui un sessismo fossilizzato s’è radicato nella nostra cultura. In un monologo Gloria (America Ferrara) spiega quanto sia difficile essere donna in una società in cui gli uomini hanno un controllo sproporzionato del potere sociale, economico, politico e religioso. Diversi uomini, che dicono di detestare il film, si sono lamentati con me sostenendo che è una diatriba ingiusta contro gli uomini. Donne rompiscatole piagnone? Gloria sottolinea come le donne spesso temono di essere etichettate come lamentose. “Devi rispondere tu del cattivo comportamento di un uomo, il che è folle, ma se lo fai notare vieni pure accusata di essere lamentosa”.
Del film è stato detto che è una botta al patriarcato. In realtà i riflettori sono puntati sugli uomini, su come, nelle società patriarcali, spesso risolvono le loro differenze combattendosi tra loro e iniziando guerre. Come dice Ken (Ryan Gosling), “tutto ciò che esiste nel patriarcato è per elevare ed espandere la presenza degli uomini”. Come i conquistadores, Ken è alla ricerca del potere per conquistare BarbieLand cambiandone la Costituzione. I “Kenquistadores” combattono per prendere il controllo di BarbieLand, ma finiscono per scontrarsi tra loro per via di rivalità istintive e meschine gelosie, perdendo di vista ciò per cui stanno combattendo. Intanto le Barbie tramano per vincere senza combattere inducendo gli uomini a combattere tra loro. Da non perdere una scena in cui le Barbie a cui è stato fatto il lavaggio del cervello sono rapite da Barbie esperte che allontanano le loro sorelle, manipolate dai loro rapitori Ken, usando la vecchia tattica femminile, lusingando e distraendo i Ken.

Per decenni a Barbie è stata addossata la colpa del suo impossibile tipo di corpo, che avrebbe intrappolato le ragazze in un tossico disprezzo di se stesse. Ma non è la figura di Barbie da biasimare. Non va incolpata nemmeno Twiggy, che, con il suo corpo anoressico negli anni Sessanta, era considerata la donna ideale. Sono stati i signori in giacca e cravatta dietro le scrivanie delle case di moda e della pubblicità a promuovere questi tipi di corpo anoressico a cui le donne hanno aspirato per decenni. Scopo della cultura consumistica è tenere le donne in perenne insoddisfazione della propria vita (continuate quindi a comprare sempre più cose). Anche se il film su Barbie è stato etichettato come una commedia, si presti molta attenzione alla batteria di perle di saggezza, spesso mascherate dietro le battute, su come il patriarcato alimenti la cultura consumistica. Si pensi allora agli uomini in giacca e cravatta nella sala del consiglio d’amministraziomne impegnati in un brainstorming su quale sia il flavor di Barbie più adatto a spingere ragazze in età pre-puberale a comprare, comprare, comprare.
Ho avuto spesso io stessa quest’impressione quando compravo alle mie ragazze l’ultima, insuperabile Barbie. L’euforia durava pochi giorni, per poi passare al desiderio della prossima Barbie.
Qualcuno dietro una scrivania del consiglio d’amministrazione della Mattel nel 1963 approvò l’uscita di un outfit accompagnato da un opuscolo intitolato How to lose weight – Don’t eat! (Come perdere peso – Non mangiare!). Fu seguita nel 1965 da Barbie Slumber Party, con una bilancia da bagno rosa fissata permanentemente a 110 libbre (circa cinquanta chili), un peso che farebbe sì che a un’emulatrice di Barbie alta 5 piedi e 9 pollici (1,75 m) mancherebbe il 17-22 per cento di massa corporea necessario per una donna per avere le mestruazioni, secondo uno studio dell’University Hospital Central di Helsinki, Finlandia. Non c’è da stupirsi delle pesanti critiche per la creazione di una bambola che promuove immagini di un corpo deprivato e disturbi alimentari.
Una che è sopravvissuta all’impossible cultura del corpo di Barbie è mia figlia minore, Jane, ora sulla trentina, che, a suo dire, era “ossessionata da Barbie”. Ma come molte altre donne cresciute con Barbie, ha poi messo i piedi per terra ed è diventata una regista indipendente che ha sfidato i corpi stereotipati con il film One Eye Small (South by Southwest), che celebra le sensuali ballerine di Burlesque e i loro corpi voluttuosi con filmati avvincenti di Una Osato che esegue un’affascinante danza all’insegna della femminilità. [visibile su Vimeo]

Racconta Jane:
Ricordo, quando avevo dodici anni, che distruggevo tutte le mie Barbie con le amiche, che era un altro tipo di gioco. Le mutilavamo e le lasciavamo nell’ascensore del palazzo della mia amica. Nel cuore della notte, gettavamo quel che restava della Barbie dalla finestra su una Broadway deserta, urlando. Penso fosse un lasciarsi andare catartico, un rifiuto di ciò che Barbie simboleggiava.
Un’altra che giocava con Barbie, ai suoi inizi, è la newyorkese Rosa Perr, titolare di Bluestone Babe Tattoo. L’azienda che ha fondato è una rinomata attività di tatuaggi fatti a mano in cui disegna immagini simboliche di emancipazione. Ha vaghi ricordi di quando giocava con le bambole Barbie e, quando le è stato chiesto se Barbie avesse influenzato la sua immagine del corpo, ha detto: “Sicuramente sì, insieme a tutto il resto nella società. Come avrebbe potuto non esserlo, questo corpo impossibile?“ Eppure Rosa è sopravvissuta e ha fatto fortuna come donna d’affari e artista indipendente con “i suoi disegni sensuali che trasmettono femminilità divina e amor proprio. I suoi tatuaggi sono come un piccolo segreto nascosto su un arto o una costola che suscita ispirazione, autocontrollo e tenerezza“.

Paula Kowalczuk, tra le prime ad avere una Barbie, negli anni Sessanta, è uscita viva da BarbieLand per diventare co-fondatrice di TargetSmart Communications, una società che esegue analisi super partes dei dati e mette in evidenza le tendenze elettorali. Ricorda con affetto:
Avevo una bambola Barbie che adoravo! Il film? Sembra più incentrato su Ken che su Barbie. Perché Ken è nel film? Le Barbie perdonano anche tutti i Ken per aver preso il sopravvento. Perché le Barbie non prendono una posizione più dura? Perché il messaggio è che le ragazze devono sempre perdonare il cattivo comportamento dei ragazzi?”
Barbie ha scatenato accesi dibattiti, tutta l’estate, tra uomini e donne, tra chi l’ama e chi la detesta. Questo film, una patata bollente, con tanto di classici inseguimenti in auto e di scene di danza alla John Travolta, è un primo atto, difficile da avere un seguito se ci sarà un seguito. Cosa accadrà a Barbie ora che si è unita al mondo umano alla fine del film? Il blockbuster Barbie aumenterà le vendite della bambola (l’obiettivo di Mattel), ma forse la trama ha messo l’azienda in un angolo quando dovranno decidere quale sarà il prossimo nuovo personaggio di Barbie. Il film gioca con l’idea di una Barbie normale che vuole vivere la vita una bella giornata dopo l’altra, ma l’amministratore delegato del film (Will Ferrell) la boccia, considerandola un’idea terribile, mentre il suo gruppo di consulenti pensa che sia ottima per le vendite. Ma la Barbie Normale sarà un disastro per l’immagine di sé di una ragazza?
Dopo che la Barbiemania si sarà calmata, nel 2024, cosa offrirà la Barbie del consumismo come prossima ondata di Barbie? Barbie Piedi piatti? Barbie Tatuata? Barbie Gender Neutral? Barbie IA? Barbie Femminista? Barbie Non-hai-abbastanza-vestiti? Barbie Incazzata-col-patraricato? Barbie Ossimoro? Vedremo, ma non trattenere il fiato. I signori in giacca e cravatta del consiglio d’amministrazione sono ora messi nell’angolo del politicamente corretto e la polizia del politicamente corretto è pronta a balzare sul prossimo flavor di Barbie


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