Il profeta lo sapeva, il Presidente avrebbe vinto di nuovo. Uebert Angel, che di professione dà del tu al Signore, non doveva scomodare i tarocchi. Ha infatti un particolare: traffica oro tra lo Zimbabwe e gli Emirati Arabi e ha un rapporto privilegiato con Emmerson Mnangagwa (81) – che l’ha nominato anche ambasciatore per le fedi in Africa – per quanto riguarda i quattrini.
Mnangagwa ha rivinto le elezioni, alla fine di agosto, per la carica di capo dello Stato, con il 52,60 dei consensi, rispetto 44 per cento del rivale Nelson Chamisa che di anni ne ha 45, e a metà settembre ha scelto vicepresidenti e ministri. Lo Zimbabwe continua sullo stesso spartito nonostante da più parti, fuori e dentro Harare, la capitale, si chiede un cambiamento. Astuto e senza scrupoli, il Coccodrillo è sempre lì, e il lascito di Rober Mugabe intatto. Garantire il governo dello Zanu-Pf al potere da più di quarant’anni è il primo e ultimo dei punti del programma.
Qualcuno, però, ha masticato amaro: Constantino Chiwenga. Il vice presidente, che come alle elezioni scorse, sarà uno dei due vice, l’altro è ancora Kembo Mohadi. L’ex comandante che ha portato al potere Mnangagwa del 2017 era considerato il suo delfino naturale, ma il Coccodrillo pensa su tempi lunghi ai possibili canditati alla successione e non è Chiwenga la sua scelta.

Lui, sessantasette anni, forte di un esercito fedele, è stato il portabandiera della Lacoste, come era stato soprannominato il gruppo che fa capo al Coccodrillo e ha orchestrato il putsch contro il padre della patria. Ha un forte ascendente sullo Zanu-Pf, ed è uno dei militari che hanno partecipato al massacro di ventimila civili Ndebele con la fattiva collaborazione della Nord Corea per l’addestramento. Al Gukurahundi, che in italiano si potrebbe dire “la prima pioggia che porta via la pula del grano mentre nasce la nuova primavera”, c’era anche Chiwenga e non ha mai chiesto scusa per quel che è avvenuto.
Secondo una fonte del New Zimbabwe, giornale filo opposizione, “Chiwenga non è contento di quel che sta succedendo. Mnangagwa sta manovrando per buttarlo fuori”.
L’altro vice, Mohadi, è uno “yes man” che fa quel che dice il capo, coinvolto in una storia di sesso lui stesso, cosa rara, si era dimesso due anni fa. Il Presidente l’ha richiamato di nuovo adesso. “Lui, a differenza di Chiwenga, non è considerato una possibile minaccia”, dice ad Africa Report Daglous Makumbe, docente di studi politica alla University of the Western Cape in Sudafrica
Il Coccodrillo aveva già iniziato un ripulisti tra i ranghi dell’esercito dell’ex comandante Chiwenga e l’aveva aiutato il Covid a portare al camposanto un ex ufficiale, e un ex vice generale. Il nuovo governo, osserva il Daily Maverick, è un concentrato di nepotismo e tribalismo espressione del Presidente.

Al vertice c’è Auxillia Mnangagwa, seconda moglie e First Lady che negli Novanta è stata spia al servizio del Cio, l’intelligence di Harare. Ora una serie di giornalisti sono al servizio di Auxillia. “Le opere di carità sono un veicolo molto importante e lo Stato collabora con una quantità di denaro”, dice Chipo Dendere, un analista politico di Harare ora negli Stati Uniti. Auxillia finora è stata attenta a non irritare il marito, ma intanto accumula potere. C’è per esempio il rapporto privilegiato con il dittatore della Bielorussia Aleksandr Lukashenko, che fa affari con lo Zimbabwe.
David Mnangagwa, uno dei figli, è ora vice ministro per l’economia, mentre un nipote, Tongai Mnangagwa, vice per il turismo. Poi c’è Emmerson jr, il prediletto di Auxillia. Sulla lista nera negli Stati Uniti, è legato a Kudakwashe Tagwirei (anch’egli sulla lista nera), e la sua società petrolifera, la Sakunda Holdings. Soprannominata Queen Bee, Ape Regina, ha interessi in più di quaranta società, tra banche, trasporti, logistica, petrolio e pure un appalto per le auto di lusso fornite ai membri del governo.
C’è poi un prete, con le sue prediche su Mnangagwa, indicato come nuovo Gesù. Infine il profeta Uebert Angel. E si può andare avanti.
Tutto questo poggia sulle enormi ricchezze delle miniere. Il platino che fa gola al Sudafrica, l’oro alla Russia e il litio per la Cina sono un appetito succoso, mantenere unita la famiglia e le tribù per il Presidente è la cosa più importante per una fetta di potere. L’ex comandante Constantino Chiwenga è una pedina, oggi è vice presidente, domani può essere buttato via.

Immagine di apertura: L’arrivo a New York per l’assemblea generale delle Nazioni Unite della delegazione dello Zimbabwe, guidata dal presidente Emmerson Dambudzo Mnangagwa. 20 settembre 2023

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