Il nostro obiettivo è creare ponti e abbattere muri.
Questa dichiarazione, dal forte significato di riaffermazione dei valori fondanti lo spirito comunitario, è della segretaria generale di Europa Nostra, la serba, Sneška Quaedlivieg-Mihailović, a Venezia, nella prestigiosa sede che occupa una parte della Procuratie Vecchie in Piazza San Marco.
L’occasione è la presentazione alla stampa del “summit europeo del patrimonio culturale” organizzato in concomitanza con il 60° anniversario di Europa Nostra, associazione pan-europea di stretta derivazione comunitaria, in agenda dal 27 settembre al 30 in varie sedi tra Venezia e il Lido.
Tra le iniziative, anche la consegna dei Premi europei per il Patrimonio culturale / Premi Europa Nostra 2023 che vede, tra i trenta progetti vincitori, i Giardini Reali di Venezia [nell’immagine di apertura] e la casa museo rossiniana di Sergio Ragni a Napoli, il progetto per L’architettura proto industriale del Veneto nell’età di Palladio, ovvero una ricerca triennale e una panoramica sulla storia dell’innovazione e della diffusione di conoscenze a livello europeo, concentrandosi sui meriti dell’energia idraulica.
Nel corso della serata organizzata al Palazzo del Cinema nella serata di oggi 28 settembre, con tanto di green carpet, saranno annunciati i vincitori dei cinque Grand Prix e del Premio del Pubblico, a cui verranno consegnati diecimila euro finanziati dall’Unione Europea.

A fianco di Quaedlivieg-Mihailović c’è la venezianissima Carla Toffolo, membro del board di Europa Nostra e direttrice della rappresentanza veneziana dell’organismo. Entrambe evidenziano come nell’accezione di patrimonio culturale comunitario va contemplato quello ambientale e sociale. Tematiche di eco sostenibilità e rimedi all’emergenza climatica sono strettamente correlati alla salvaguardia e alla stessa sopravvivenza dei siti a rischio, tra i quali Venezia e la sua laguna.
Al proposito è stata consegnata ai presenti la dichiarazione di Europa Nostra rilasciata in occasione della 45 sessione del Comitato del Patrimonio mondiale a Riyadh e ribadita nell’odierno appuntamento. In tale documento Europa Nostra
ritiene che la proposta avanzata dal Segretariato dell’Unesco di iscrivere Venezia e la sua laguna nella lista del Patrimonio Mondiale in pericolo […] non aiuterebbe i necessari sforzi in corso da parte delle autorità italiane e della società civile e, al contrario, rischierebbe di compromettere invece di migliorare quanto già positivamente raggiunto.
[Poco prima] .. diverse importanti misure di salvaguardia sono in preparazione o addirittura sono state attuate a vari livelli di governance, tra cui l’emblematico sistema di paratoie mobili MOSE, che attualmente protegge Venezia e la sua laguna dalle maree estreme, ma che deve essere adeguato per continuare ad essere efficace anche in futuro.
[…] molto resta da fare, tra l’altro, nei settori del controllo e nella riduzione dell’eccesso di turismo, del graduale divieto di accesso in laguna per tutti i tipi di grandi navi..”
La visione d’Europa presentata da Europa Nostra è, per stessa definizione, pan europea, tendente a rafforzare i valori e la cittadinanza europea, un forte senso identitario di appartenenza comune che trascende sia i singoli confini dei paesi appartamenti che lo stesso perimetro istituzionale, volendo ricomprendere l’area balcanica e addirittura caucasica.
Sorge allora spontanea una domanda: è possibile definire e individuare caratteristiche storiche, sociali, architettoniche europee? Che cosa definisce il patrimonio culturale europeo? Quesiti di cui si occupa e tenta di rispondere brillantemente lo straordinario libro di Owen Hatherley, Trans-Europe Express, alla ricerca di un continente perduto (I Saggi, Einaudi Editore 2019), ove l’analisi si concentra sull’aspetto architettonico ed estetico di tali tematiche.
Ancora, il recentissimo Ritorno al caffè Europa – Come sopravvivere al post-comunismo della giornalista, scrittrice croata Slavenka Drakulić (2023 Keller editore) offre un’analisi lucida e amara sui valori europei e su ciò che rappresentano veramente, alla luce delle derive nazionaliste ed autoritarie dei paesi dell’ex blocco sovietico. Tra gli articoli che compongono il libro, “l’apartheid alimentare europeo” sulle discriminazioni alimentari a proposito della qualità deteriore dei prodotti destinati i paesi dell’est a parità di medesimo brand e packaging, la dice lunga su quanto occorra lavorare, a prescindere da stereotipate dichiarazioni programmatiche, per raggiungere davvero un’identità comune europea.
Nondimeno, iniziative come questa attualmente in corso, hanno l’indubbio pregio di focalizzare l’attenzione su progetti comuni, rammentandoci i principi a cui su cui l’Unione Europea è stata fondata.

Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!