Un’isola, cinquanta anime, tanta energia

Alle Vignole, nella laguna di Venezia, una piccola comunità e un progetto innovativo suggeriscono un percorso promettente per lo sviluppo di energie sostenibili.
ANTONELLA BARETTON
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La seconda fermata del vaporetto della linea 13 dalle Fondamente Nove è Vignole, isola a ottocento metri in linea d’aria da San Pietro di Castello, a due spanne da Sant’Andrea e dal Lido. Cinquanta abitanti, di cui una decina bambini ai quali presto s’aggiungerà una neonata. Il pontile Actv è attrezzato per le attese (la linea 13 si ferma qui ogni ora) con una piccola biblioteca che può essere fruita liberamente dai passeggeri. 

Ad accogliermi al pontile è il Prof. Luigi Di Prinzio, docente Iuav di Urbanistica e Pianificazione del Territorio oggi in pensione. Mentre percorriamo la fondamenta lungo il canale che divide in due l’isola, mi spiega gli interventi di ripristino e messa in sicurezza idraulica finanziati dal Comune di Venezia a seguito dell’aqua granda del 2019; innalzamento e totale rifacimento del muretto di marginamento, non hanno impedito la chiusura dell’unico agriturismo presente nell’isola. Non è questa, tuttavia, la ragione dell’incontro, quanto piuttosto conoscere il progetto che, da 2021, impegna i volontari dell’associazione VERAS ETS (operosissima comunità, non necessariamente di soli residenti), finalizzata alla creazione del primo parco agro energetico della laguna. 

 

“Agricoltura sana” ed “energia pulita” è il binomio che caratterizza il progetto che punta all’autosufficienza energetica attraverso lo strumento della CER, acronimo di “comunità energetica rinnovabile” della quale, tuttavia, a tutt’oggi si resta in attesa del relativo decreto attuativo, che servirà a definire in concreto i dettagli sugli incentivi che saranno concessi ai nuovi soggetti.  

Ascolto e appunto: Di Prinzio cita termini che ammetto non conoscere: prosumer, crasi delle parole producer e consumer, ovvero un consumatore che a sua volta produce beni e servizi. Il termine, nel contesto della sostenibilità, indica nello specifico coloro che producono energia da fonti rinnovabili ai fini dell’autoconsumo ma anche per auto immissione nel circuito nazionale. Grazie ai prosumer, si stanno diffondendo le CER., insieme di cittadini, istituzioni, associazioni, condomini, che decidono di cooperare per la costruzione di micro-impianti per la produzione di energia da fonti sostenibili, a tutto vantaggio dell’ambiente (riduzione di emissioni inquinanti) e ai fini di un consistente risparmio sui costi per consumi energetici.  

La definizione di CER prevede siano installati impianti fotovoltaici con una potenza complessiva inferiore ai duecento kW, che l’energia prodotta sia consumata sul posto, oppure stoccata in sistemi ad accumulo. L’impianto deve essere connesso alla cabina primaria che va a costituire, concretamente, l’area geografica della CER.

A tal fine VERAS ha fatto richiesta ed ottenuto in concessione (che deve essere confermata dopo l’approvazione della variante urbanistica) per la durata di quindici anni un’area demaniale nella zona sud delle Vignole, di superficie pari a quattro ettari, di cui quattrocento destinati al futuro impianto di cento Kw, per il resto – in conformità alle finalità statutarie e istituzionali – allo sviluppo di un parco agro ambientale pubblico, con attività di sensibilizzazione all’agricoltura organica, oltre che alla vera e propria coltivazione secondo principi sostenibili. 

L’energia prodotta dall’impianto sarà ceduta obbligatoriamente alla rete elettrica nazionale attraverso il GSE (Gestore Servizi Energetici) a prezzi di mercato, mentre – ciclicamente – alla CER verranno versate le somme incentivate cumulate per ogni kilowat prodotto nel periodo di riferimento. Secondo i parametri del Decreto Milleproroghe che attua la direttiva Cee RED II, per una produzione e un consumo di centomila KWh si calcola un incentivo di undicimila euro, da destinare in conformità alle finalità istituzionali della CER tra cui il rimborso agli associati. 

Dalla teoria alla pratica: attraversato il ponte sul canale, ci addentriamo in un viottolo di campagna fino al cancello di accesso all’area, fino a qualche tempo fa impenetrabile a causa dei rovi e della fittissima vegetazione autoctona lasciata crescere come sarebbe piaciuto a “Hundertwasser (non a caso il posto si è dimostrato tremendamente attrattivo per l’Università tecnica di Berlino che qui ha realizzato – in sinergia col padiglione tedesco della Biennale Architettura – opere di riuso con materiale riciclato dallo stesso padiglione, piccoli arredi, tavoli e area di svago per gli studenti in visita al bio parco).

Finalmente si giunge a un’ampia radura circondata da pioppi bianchi, due maestosi bagolari (Celtis Australis) e un sorprendente boschetto di bambù. Anche qui gli architetti paesaggisti dell’università di Berlino hanno lavorato egregiamente: è stato tracciato un sentiero in mezzo al bosco fittissimo che evoca suggestioni zen proprie di ben altri orizzonti. Il percorso prosegue fino agli orti della fattoria didattica creata per gli studenti delle scuole primarie, affluiti già in più di trecento nelle scorse stagioni e che hanno dimostrato uno straordinario entusiasmo per l’iniziativa. L’agricoltura autoctona regala il presidio Slowfood del carciofo violetto di Sant’Erasmo, cavolfiori, insalata e tutti i prodotti orticoli tipici lagunari, coltivati senza aggiunta di sostanze chimiche. Nell’intenzione dell’associazione, vi è anche l’auspicio di contribuire al ripopolamento dell’isola, alla sua riqualificazione in base ai principi dell’eco sostenibilità. 

L’area prescelta per l’insediamento dell’impianto elettrico dista poche centinaia di metri: secondo il progetto presentato da VERAS è il sito dove verrà costruita una serra agro voltaica la cui copertura ospiterà i pannelli fotovoltaici. Poco più in là, si intravvede la cabina primaria. Di Prinzio spiega che si resta a tutt’oggi in attesa dell’approvazione delibera del Comune di Venezia per “l’adeguamento delle previsioni urbanistiche in modo da consentire la realizzazione del progetto” (così testualmente nella bozza di delibera, ndr). 

Racconta che gli esponenti dell’Amministrazione locale si sono dimostrati molto disponibili, ancorché siano trascorsi quasi due anni dalla visita della delegazione (Assessore De Martin e dirigente Gerotto), senza che l’iter procedimentale si sia concluso. Lo stesso atteggiamento attendista avrebbe sorpreso gli incaricati della società Sorgenia, dichiaratisi immediatamente disposti a realizzare l’impianto e che tuttavia non avrebbero ottenuto l’auspicato riscontro dall’Amministrazione. 

Vi è da segnalare che il progetto per la realizzazione del parco agro ambientale delle Vignole è analiticamente descritto nel corposo dossier elaborato dal “comitato scientifico” dell’associazione ove, tra gli allegati, figurano sia il business plan triennale che la V.A.S (Valutazione Ambientale Strategica) e la VINCA (Valutazione di Incidenza Strategica).

  

Il costo dell’intero progetto viene stimato in settecentomila euro. Il computo ricomprende l’allestimento, oltre che dell’impianto fotovoltaico, – come già sottolineato – di microaree destinate alla fattoria didattica, agli orti, una serie di servizi per l’ospitalità quali un punto vendita, servizi igienici, un’area picnic e possibilità di campeggio. Verranno tracciati vari camminamenti all’interno delle aree boscose, caratterizzate dalla biodiversità. In perfetta aderenza ai principi di eco sostenibilità, nella darsena destinata agli ormeggi dovrebbero trovare collocazione le paline utilizzabili per la ricarica di imbarcazioni elettriche. 

Al progetto è altresì allegata bozza statutaria della costituenda CER, ente del terzo settore, per il quale – come già sottolineato – si resta in attesa del decreto attuativo. 

A fronte dei costi stimati a budget sono previsti finanziamenti pubblici e privati, la partecipazione a bandi europei, atteso che l’intero progetto si inserisce perfettamente nel quadro degli interventi del “green deal”.  

Una notazione curiosa: tra i contributori di VERAS è Patagonia, negozio di Montebelluna del noto brand dell’outdoor, pioniere nelle tematiche di sostenibilità e nelle politiche dell’economia circolare e del riuso che, evidentemente, ha intravisto nel progetto, la realizzazione concreta, dei propri principi ispiratori.  

Il silenzio immersivo della campagna è interrotto da un barchino di giovinastri che attraversa il canale a tutta velocità. Fa onde alle due remiere che percorrono lo stesso tratto. Ma è poca cosa, ritorna subito l’idillio di questo lembo di terra fecondo dove il tempo sembra davvero essersi fermato: i ritmi dell’uomo in sincrono con quelli della natura. Arriva il vaporetto ed è di nuovo Venezia.

Post scriptum: Di comunità energetiche ho sentito parlare per la prima volta dalla collega Dott.ssa Giovanna Chinellato, commercialista di Mestre, consulente specializzata nelle tematiche del terzo settore. Oggetto di un prossimo approfondimento in questa rivista sarà la cooperativa È NOSTRA, la prima cooperativa energetica in Italia che produce e fornisce ai soci energia sostenibile ed etica, cento per cento rinnovabile, attraverso un modello partecipativo e di condivisione. In tale ambito sono stati già realizzati due impianti, uno eolico e uno fotovoltaico.  

Il 15 dicembre 2021 è stato approvato il recepimento finale della direttiva europea REDII in Italia che definisce il modello di comunità energetiche rinnovabili. Non appena saranno approvati anche i provvedimenti attuativi, il nuovo D.Lgs 199/2021 sostituirà l’art. 42bis del Decreto Milleproroghe, che aveva dato avvio alla stagione di sperimentazione.

Un’isola, cinquanta anime, tanta energia ultima modifica: 2023-09-29T15:29:20+02:00 da ANTONELLA BARETTON
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