È necessario mettere assieme un po’ di fatti che stanno accadendo negli ultimi mesi per cercare di capire quanto veramente l’attuale amministrazione stia aiutando il mondo delle remiere e in genere di chi interpreta la laguna in termini di sostenibilità. Il discorso che ha tenuto il Sindaco in occasione dell’inaugurazione del polo Nautico in di Punta San Giuliano lo scorso sabato (23 settembre) è un’ottima sintesi del “Brugnaro pensiero” nonostante sia complicato trovare un filo tra le divagazioni che ben conosciamo nella “arte” retorica del Sindaco che si contraddistingue per un incedere caotico (per chi volesse ascoltarlo QUI). Almeno tre i punti da approfondire.

Spazi
L’inaugurazione del polo di San giuliano è stata sicuramente un fatto positivo atteso da molto tempo. Ma come verranno gestiti gli spazi? Questo ci permette di parlare anche del polo di San Giobbe a Cannaregio. Stiamo parlando di due strutture pubbliche affidate ad un gruppo di associazioni. È risaputo quanto i rapporti tra remiere, come tra qualsiasi realtà associativa, possa essere spigoloso e portare anche a conflittualità pregiudicando un rapporto costruttivo. Il Comune, nell’ottica di valorizzare il terzo settore, dovrebbe favorire una crescita della comunità svolgendo un ruolo anche da paciere e mediatore e, solo in estrema ratio, intervenire in prima persona. Ricordiamoci che i soci delle remiere e chi ricopre ruoli dirigenziali o ruoli operativi è fatto da volontariati.
A San Giuliano è stato fatto un bando che ha dato vita ad una ATI composta dalle remiere. A San Giobbe il Comune è intervenuto a gamba tesa. Il risultato è un aggravio di costi e sicuramente nel polo di San Giobbe un ruolo minore delle associazioni rispetto al passato tanto da invertire il segno di un lungo percorso di crescita collettiva. L’utilizzo del patrimonio pubblico affidato a enti terzi è un fatto assai importante in ogni Comune: viviamo in una città tanto di terra che di acqua dove abbondano spazi ma il loro utilizzo è spesso assai complicato. Inoltre esiste un terzo luogo destinato alla voga che vive una situazione ancora differente ovvero Sacca San Biagio, ma ci torneremo in un’altra occasione. Insomma situazioni simili ma gestite in maniera differente dove i costi per le associazioni salgono, il tutto gestito anche da uffici del Comune diversi, e non se ne capisce il perché. Nel frattempo mancano servizi e luoghi anche per chi è proprietario della barca (basti pensare all’assenza di uno squero pubblico) e il rapporto con l’acqua è sempre più complicato e costoso.

Baruffe
Il Sindaco ha continuato a propagandare la sua interpretazione di quanto accaduto durante la regata storica definendola una “pagliacciata”. Chiunque abbia assistito alla contestazione ha avuto modo di valutare i toni, i modi e i tempi della protesta ovvero del tutto rispettosi non solo delle istituzioni ma anche della cornice (per farsi un’idea di quello che è stato detto in calce alleghiamo il testo letto durante la protesta). A dirla tutta si potrebbe dire anche troppo rispettosa davanti ad un Sindaco che dopo 8 anni se ne esce, e non a caso dopo la protesta, con l’idea degli Stati Generali sul moto ondoso che sa tanto di “palla in tribuna”.
Prima di parlare di questa proposta crediamo sia necessario soffermarsi sugli epiteti utilizzati e sui concetti utilizzati da Brugnaro. Da quando è in carica, e questa tendenza si è andata via via esacerbando con il passare degli anni, Brugnaro ha sempre considerato ogni forma di critica lesa maestà. La retorica sempre utilizzata del bisogno di unità per affrontare i problemi è del tutto vuota di significato considerato che per il Sindaco unità è sinonimo di unanimismo alle sue idee. Siamo alle solite: un’idea di confronto democratico tutto al singolare. Tutto deve essere accentrato e così sono state svuotate le Municipalità, le Consulte, il Consiglio comunale utilizzato come mero ratificatore di scelte prese dal Sindaco e un confronto con la città all’insegna della verticalità.

Moto ondoso
Dire che il tema è noto è un eufemismo. Nel corso degli anni le barche in navigazione in laguna sono aumentate a dismisura (non si conosce nemmeno il numero esatto). La situazione è diventata insostenibile non solamente per chi utilizza barche tipiche senza ausilio di motore ma anche per chiunque voglia navigare in laguna in sicurezza pure a motore. Intanto l’attuale amministrazione, in carica da otto anni, è riuscita a redigere un PUMS nel quale la locuzione “moto ondoso” nemmeno compare. Venezia ha bisogno di carburanti puliti, motori non inquinanti, limiti di velocità, sanzioni certe, sapere quali e quante barche girino in laguna, controllo della qualità dell’aria e dell’inquinamento acustico. E individuazione delle caratteristiche di scafi e carene per ridurre l’altezza delle onde, Gps o altri sistemi analoghi in ogni imbarcazione a motore, contributi per incentivare il cambio di mezzi inadatti alla città e alla Laguna. E poi c’è il tema della competenze. L’Autorità per la laguna di certo non potrà risolvere questo nodo ma contribuire sì, eppure la nomina del Presidente slitta di mese in mese e questa spetta al ministro Salvini in accordo con Brugnaro, eppure…
Nel frattempo le commissioni consiliari del Comune hanno portato avanti un ampio lavoro sul tema moto ondoso, ma la maggioranza fatica a trovare una quadra su un documento che evidentemente è scomodo. E non dimentichiamoci che in città storica è attivo e funzionante un sistema che già oggi è in grado di sanzionare le imbarcazioni che non rispettano il limite ma manca l’omologazione. Nella narrazione di Brugnaro tutto ciò “è colpa di chi ci ha preceduto” o di “Roma” ma sono sempre otto anni che Brugnaro amministra la città, otto anni nei quali si è sempre detto governista a prescindere e figurarsi ora che la maggioranza di Ca’ Farsetti è identica, senza nessuna sbavatura, rispetto a quella che regge Meloni. Brugnaro non solo non hai mai preso provvedimenti per affrontare il tema del moto ondoso ma, per tornare alla regata storica, ha fatto finta di non aver sentito le parole delle vincitrici della regata femminile, Deborah Scarpa e Silvia Bon, che hanno rischiato di morire quando in allenamento sono state investite da un taxi acqueo con la mascareta segata in due.
La proposta quindi degli Stati generali è la classica azione che si fa quando, sotto una pressione politica e della pubblica opinione più forte, non si può far finta di non affrontare il tema e quindi ci si lancia in un’operazione senza tempi e regole d’ingaggio chiaro. Cosa accadrà? Impossibile predire il futuro, l’esperienza però insegna: si impiegheranno settimane per redigere un documento in cui tutte le colpe saranno addossate a Roma, si introdurranno sperimentazioni da mettere in campo chissà quando e di poco conto e intanto la situazione rimarrà immutata.
A pensar male si fa peccato ma…
Il Comune di Venezia conta un Assessore alla Mobilità, un delegato alla tutela delle tradizioni, un delegato alla valorizzazione della gondola nel sistema di mobilità della Città Antica. Eppure il mondo della voga veneta viene utilizzato solo come accessorio da parata per questa giunta.
Bisogna prendere il tema con coraggio, comprendere la diversità della nostra città, valorizzare le specificità, inseguire l’interesse comune e non interessi economici. Come sempre, idee e risorse per intervenire concretamente per la salvaguardia della nostra città ci sono ma manca la volontà politica.

Sara Arco, delegata al Turismo, Politiche giovanili e Sport per la Municipalità di Venezia, Murano e Burano
Giuseppe Saccà, capogruppo PD in Consiglio comunale
Testo letto davanti alla Machina:
Ci fermiamo per un minuto per sostenere le proposte sul moto ondoso e sulle emissioni in atmosfera che da anni, inascoltati, abbiamo sottoposto all’attenzione di chi doveva esaminarle.
Indossiamo una maschera nera per denunciare la scarsa lungimiranza di chi in 50 anni non ha preso provvedimenti per la salvaguardia della città e della sua Laguna offesa dal traffico acqueo.
Siamo tutti uniti nell’esprimere l’amore per la nostra città, l’interesse per un vivere più sano, la consapevolezza che le nostre esigenze non sono e non saranno mai un ostacolo a quelle degli altri.
Alcuni secondi di silenzio
Togliamoci la maschera e cambiamo passo, tutti INSIEME, politici e cittadini, per dare un futuro e trasformare Venezia in una città modello per modernità, sostenibilità e vivibilità per tutti.
Per Venezia e per la Laguna… ALZAREMI !!!
Immagine di coprtina: A bordo di una barca a remi tradizionale uno striscione contro il moto ondoso nella laguna veneziana, causato dalle imbarcazioni a motore sempre più numerose a servizio dell’industria turistica, durante la protesta in barca dei veneziani, 20 novembre 2021. © Andrea MEROLA

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