Una bella pagina veneziana

Un grande successo, Equilibri, prima edizione del festival del libro e degli editori indipendenti a San Francesco della Vigna.
GIUSEPPE SACCA'
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La difficoltà di Venezia nel trovare funzioni e un utilizzo dei molti spazi vuoti al di fuori di una monocultura turistica tentacolare che s’insinua in ogni luogo è la grande sfida dei prossimi anni. Sempre si voglia immaginare una città storica capace di sottrarsi a una parabola che tutti noi conosciamo molto bene. E una speranza la troviamo in un insolitamente caldo fine settembre regalataci da Venezia invita e Confesercenti con il Sindacato librai e cartolibrai e il patrocinio degli enti locali. Ci riferiamo a Equilibri, prima edizione del festival del libro e degli editori indipendenti che ha visto quattromila persone parteciparvi a San Francesco della Vigna.

In due giorni, in un angolo meraviglioso della nostra città, in un ambiente che trasmetteva serenità e concretezza, le case editrici veneziane che hanno partecipato, una trentina, hanno messo in mostra la loro vitalità e capacità di produzione. Si andava dalla Marsilio a Kellermann passando per Wetlands, ytali, Mare di Carta, e tanti tanti altri. Era possibile consultare e comprare libri di arte, di musica, di illustrazioni e fotografia, non mancava la manualistica e la narrativa, con una sezione dedicata ai libri per l’infanzia il tutto a testimonianza della vitalità del settore.

Chi ha passeggiato per i due chiostri ha potuto letteralmente toccare con mano la varietà e anche la qualità, in molti casi, dell’offerta editoriale veneziana. Praticamente nessuno è uscito senza portarsi a casa almeno un libro. È stata anche l’occasione per dibattiti molto partecipati il tutto in un continuo flusso di persone che si alternavano nei due chiostri allestiti in maniera molto semplice. Una prima edizione che per gli organizzatori è un anno zero e ci regala delle opportunità di crescita molto forti. Il prossimo anno, chissà, avremo più spazio per le case editrici in maniera da poter apprezzare ancora meglio la loro produzione magari con più attenzione anche a temi non veneziani o ancora più dibattiti o più laboratori per i più piccoli o più spazio per la partecipazione delle scuole. Una fiera quindi che lavora su un tema di rilevanza nazionale (l’Italia ha uno dei tassi di lettura tra i più bassi d’Europa) e cerca di mettere in risalto un settore economico che a Venezia potrebbe giocare un ruolo tutt’altro che secondario. 

Qui potremmo spendere fiume di parole per ricordare quanto l’arte e l’industria dell’editoria siano strettamente connessi alla storia veneziana (ovviamente il nome di Aldo Manuzio è il primo che viene in mente ma non è certo il solo). Una storia che ha avuto alti e bassi ma non si è mai spenta fino ad arrivare ad una contemporaneità vitale come testimonia la Fiera. Ma Equilibri dovrebbe aiutarci a ragionare sul futuro anziché sul passato. 

Certo è un settore complicato, dove la sostenibilità economica non è facile da raggiungere, ma è uno di quegli ambiti di specializzazione rispetto ai quali le istituzioni locali potrebbero lavorare per creare condizioni favorevoli ad un suo sviluppo. Quanto pesa questo settore oggi? Quale il suo giro di affari? Gli occupati diretti ed indiretti? E che qualità del lavoro è in grado di offrire? Quali le connessioni con altre economie? Oggi non siamo in grado di dirlo con precisione perché in città è da tempo che mancano studi precisi sul mondo della cultura, dell’editoria e ambiti affini.

Questa assenza di studi calati sulla realtà cittadina è un segno, uno dei tanti, di come l’attenzione della politica non punti più alla creazione di nuove economie tarate sulla realtà veneziana ma si affidi a spinte esogene che, in molti casi, non conoscono e non sono in grado di interpretare la specialità veneziana. Paghiamo ancora il conto (salato!) per avere chiuso luoghi come il Coses e, in rapida successione, l’assessorato alla pianificazione strategica. Le competenze in città per fare dei ragionamenti articolati su questi ambiti però ci sono e speriamo che Equilibri sia lo stimolo anche per addentrarsi nei prossimi mesi in questo genere di riflessioni con dati alla mano. L’obiettivo deve essere studiare il mondo dell’editoria veneziana affinché il libro possa essere un’economia sulla quale costruire e realizzare politiche attive. Ma Equilibri non è solo una scommessa per consolidare nuove economie in città (pur leggendo poco, l’editoria italiana è la quarta in Europa e la sesta editoria al mondo), si è dimostrata molto di più regalandoci un momento di “comunità” in una città, di terra e di acqua, sempre più sfilacciata e sempre più bisognosa di momenti come questi. 

Una bella pagina veneziana ultima modifica: 2023-10-06T11:30:22+02:00 da GIUSEPPE SACCA'
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