La felicità ritrovata nel Volto dell’Anima 

MANUELA CATTANEO DELLA VOLTA
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[MILANO]

Vogliamo essere felici. E cerchiamo la felicità ovunque. Sin da piccoli ci viene insegnato che è in ogni cosa, basta guardare. 
Per esempio la si trova in una fotografia, È sotto gli occhi di chiunque ne “Il Volto dell’Anima”, a Milano, nel contesto di Photo Festival. Giangiacomo Rocco di Torrepadula dietro l’obiettivo, o meglio, ideatore del progetto che ha coinvolto nelle immagini, nella gioia, e nella passione gli ospiti e i volontari del Centro sant’Antonio dei Frati Minori, luogo disegnato da Luigi Caccia Dominioni, uno di quei gioielli di felice architettura celati a chi non sa cercare.

Tutto è nato spiegando a un mio amico frate la mia teoria sulla fotografia – spiega Rocco di Torrepadula -. La fotogenia è dentro a ciascuno di noi, basta solo avere la luce giusta per riprenderla e il contatto umano necessario per esprimerla. Gli avevo spiegato che qualunque persona può venire bene in foto. Da qui il frate francescano pensò di creare un corso fotografico a beneficio degli ospiti del Centro Sant’Antonio.

Era il lontano 2017:

Erano tutti insieme in questa bellissima ‘classe’- continua Giangiacomo -. Ciò fece sì che la relazione tra volontario e ospite non fosse “verticale” (io volontario faccio qualcosa per te ospite), ma orizzontale, in un rapporto alla pari. Tutti imparavano alla stessa maniera e collaboravano insieme al risultato. Questo ha favorito una conoscenza molto più profonda gli uni con gli altri, e un conseguente legame più forte. In qualche modo ognuno di loro aveva un interesse per la fotografia, per lo più a livello di foto fatte col proprio cellulare. Quello che ho visto cambiare lungo il corso (e poi negli anni attraverso la chat condivisa) è la capacità di finalizzare un po’ di più il loro percorso, talora proprio con una ricerca più precisa, spesso anche molto bella, delle immagini che facevano, attraverso un’idea più formata di quello che volevano riprendere prima di scattare.

Consigliabile entrare in punta di piedi a vedere la mostra con oltre 80 fotografie, tutte in bianco e nero, dove non si nota solo la qualità del materiale fotografico prodotto, anzi, la tecnica è la luce che mostra il ritratto della bellezza, quella dentro, la gioia e la dignità comune a tutti gli esseri viventi che si espongono, che affrontano e sfatano il pregiudizio associato alle persone spesso bollate come disadattate, povere, o senza fissa dimora.

In ogni foto traspare il sorriso dell’anima, la felicità dell’attimo; qualche riga scritta aggiunge passioni, hobby, incertezze, peripezie di vita vissuti da ogni protagonista. Come Barbara, per esempio, che legge tanto, tantissimo, e confida che ama Ken Follett – “i primi però” – come ha adorato “Adriano” della Yourcenar. Uno scrittore preferito non ce l’ha e i lettori appassionati la giustificheranno certamente. 

Ho trovato un calore umano enorme – confida Rocco di Torrepadula -. I martedì di quel corso erano giorni di festa. Per tutti noi vedersi era una gioia. Un momento di felicità vera condiviso. E quella gioia ti resta dentro. E a tutt’oggi la chat che abbiamo insieme continua ad essere una delle più attive sul mio telefono.

E tutto ciò si vede, si sente, in ogni scatto: intimo è il luogo che ospita la mostra e intima è la felicità ritratta che fa da specchio alla nostra gaiezza interiore. Una chicca che dura solo pochi giorni, perché la gioia, lo abbiamo imparato, è un attimo intenso, ma solo un attimo e se durasse più a lungo non sarebbe la stessa cosa, avrebbe un altro nome e significato e intensità. Ugualmente per le immagini di questi volti dell’anima che si mettono a nudo, si espongono agli altri, si aprono al mondo, ma è un’operazione coraggiosa che non sarebbe corretto lasciare alla mercé di un pubblico guardone.

Una mostra da non perdere, da vedere con pudore, occhi e cuore aperti, pronti a lasciarsi andare alla commozione di poter trovare la propria felicità, in uno scatto.

Da non perdere:
Convento di Sant’Antonio dei Frati Minori

Ex Cappella – 5-12 ottobre dalle 16 alle 19 (ingresso libero.



GIANGICOMO ROCCO di TORREèADULA (Napoli, 1966) è un artista visuale e un fotografo. Il suo lavoro si focalizza principalmente sui temi dell’odio e del pregiudizio, in particolare razziale. Ha vissuto diversi anni a San Francisco, dove ha potuto osservare le diseguaglianze e la discriminazione razziale che lo ha condotto ad investigare questi problemi con il progetto “Blind Sight”, non solo sotto un profilo storico e sociologico, ma anche dal punto di vista delle neuroscienze comportamentali, approccio inedito che sta svolgendo a livello internazionale, per esplorare i meccanismi che generano stereotipi e pregiudizi, e come questi possano addirittura portare a crimini di odio.
Ha avviato un progetto di mail art partecipativo sul razzismo, intitolato “A Postcard for Floyd” che conta già oltre 400 contributi di persone comuni e del mondo dell’arte e della cultura. Ne è nata una mostra itinerante, prima tappa ospitata ad Assab One Milano (maggio-giugno 2023) e un libro edito da SKIRA con distribuzione internazionale. Seguiranno Genova, Roma, Napoli e altre città. Vive in Franciacorta dove si trova il suo studio e lavora in tutto il mondo.

La felicità ritrovata nel Volto dell’Anima  ultima modifica: 2023-10-07T16:51:32+02:00 da MANUELA CATTANEO DELLA VOLTA
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