È successo anche questo a Mestre, comune di Venezia, per un autobus-navetta che portava decine di turisti al loro alloggio a buon mercato a Marghera: 21 morti e decine di feriti gravissimi. La Magistratura ci dirà perché. Probabilmente dovrà mettere in fila diverse concause: cosa può essere successo all’autista (e perché), cosa può esser successo all’autobus (anche verificando la specifica qualità di quel modello di autobus) e anche perché non ci sia stata una protezione buona ad evitare che l’autobus precipitasse di sotto.
Lo sgomento generale deriva dall’inaudita gravità dell’accaduto e anche dal fatto di trovarsi di fronte ad una evidente inadeguatezza di guardrail e ringhiera scoprendo che proprio da pochi giorni per quel cavalcavia erano partiti lavori di straordinaria manutenzione, finanziati con sei milioni di euro del PNRR, mentre ormai già percorriamo da diversi giorni, solo qualche centinaia di metri più in là, la nuovissima super rotatoria di collegamento tra la direttrice per Venezia e via Torino e ex Prima Zona Industriale.
I giornalisti stanno facendo un buon lavoro tenendo conto della delicatezza della ricerca delle responsabilità, tuttavia qualcosa è anche semplicemente alla portata del cittadino appena un po’ curioso.

Nel sito istituzionale del Comune, nella “Sezione trasparenza” che permette di accedere facilmente agli atti amministrativi (effetto di una delle ultime grandi riforme della pubblica amministrazione), si trovano anche i provvedimenti relativi alle “opere pubbliche” e ai relativi “atti di programmazione”: tra questi troviamo il Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2018-20 approvato dal Consiglio Comunale nel lontano 21 dicembre 2017. Vi compare l’intervento n. 14167 “Adeguamento normativo e consolidamento nuovo cavalcavia superiore di Marghera” con allocati 3.000.000 di euro per il 2018, con priorità “1” che sta ad indicare l’urgente necessità in linea tecnica di quest’opera di straordinaria manutenzione sul viadotto degli anni ’60. C’è pure l’intervento n. 13902 “Adeguamento normativo barriere di sicurezza cavalcaferrovia di Mestre“, con priorità “2” e allocati 1.000.000 di euro per il 2019. Questa irrinunciabile esigenza veniva certificata dalle prime indagini sulle condizioni del viadotto, nel 2017. Successivamente si doveva infatti rivedere il quadro di spesa in considerazione delle maggiori riscontrate necessità di intervento: la giunta comunale approvava infatti (il 23 settembre 2018) il progetto di fattibilità comprendente due stralci di lavori aggiuntivi: il secondo da 918.600 euro ed il terzo da 2.414.000 euro che troviamo riportati nel Piano Triennale 2019-21 approvato dal Consiglio comunale il 26 settembre 2018. Non è facile per chi non ha dimestichezza con bilanci pubblici e programmazione di opere pubbliche seguire poi le diverse tappe di questo importante intervento. Sappiamo però dagli avvisi pubblicati il 6 giugno 2023 sull’esito della gara d’appalto (ci si arriva magicamente digitando il numero “14167” che è il codice dell’intervento) che questa è aggiudicata per l’importo di euro 5.718.475,92 comprensivo del 1° stralcio (c.i. 14167) e del 2° e 3° stralcio (c.i. 14417). Qualche notizia dalla stampa nel corso degli anni era però rassicurante: Metropolitano.it del 3 luglio 2020 specificava che i cantieri si sarebbero aperti ad inizio 2021 e che con il primo lotto si sarebbe messa mano ai cordoli laterali e alle barriere di sicurezza, VeneziaToday del 25 ottobre 2022 annunciava il finanziamento dell’opera a valere su fondi ministeriali del programma “ponti sicuri”. Ora invece risulta che il finanziamento avverrà a carico del PNRR e che i lavori cominceranno ora, dopo sei anni dall’acclarata “priorità” (assoluta necessità ed urgenza) dell’intervento.

Ma, quale davvero la priorità? Forse bisognerà distinguere la “priorità tecnica”, la cui definizione spetta alla discrezionalità tecnica degli esperti (funzionari e professionisti incaricati), dalla “priorità amministrativa” riconosciuta dagli amministratori pro tempore con la discrezionalità ed essi riservata. E dunque piuttosto che metter mano ad un cavalcavia, disturbando certamente con i lavori la circolazione veicolare, può risultare “prioritario” fare, ad esempio, nuove piste ciclabili magari ad alto gradimento di cittadini-elettori. L’equilibrio nelle scelte di spesa, su linee di obiettivi anche assai diverse (sociale, edilizia, cultura, ecc.) è in realtà una ipocrita convenienza che si scarica sulla regola di azione del buon padre di famiglia… ma come effettivamente pesare/confrontare l’obbligo di spesa per fare manutenzione ad un ponte con l’obbligo di spesa per i festeggiamenti annuali del santo patrono? Si aggiunga che l’attuale dipendenza dei dirigenti pubblici (anche quelli che devono badare alle necessità dei ponti) dalla loro nomina (scelta) diretta da parte dei pubblici amministratori rende più problematico l’esercizio dell’autonomia tecnica. Dovrebbe dunque porsi la questione se per taluni generi di intervento la dirigenza tecnica possa rivendicare una maggiore autonomia esecutiva sino a poter disporre delle risorse finanziarie necessarie per interventi irrinunciabili come ad esempio la messa a norma degli edifici scolastici o altri interventi che riguardino in generale la sicurezza. Esiste a ben vedere almeno un precedente, usato ormai da molti anni: si tratta del “TSO”, il Trattamento Sanitario Obbligatorio per il ricovero, per motivi di assoluta necessità ed urgenza, anche contro la volontà dell’interessato. Esso è demandato alla motivazione sottoscritta da due medici, controfirmata dal sindaco in qualità di massima autorità sanitaria nel comune, il quale certamente non si perita di entrare nel merito della diagnosi tecnica ma in realtà la suggella rendendone esecutive le prescrizioni. Ecco, manca qualcosa del genere – un Trattamento Manutentorio Obbligatorio – per mettere su una pista ben scorrevole e privilegiata gli interventi urgenti per la sicurezza!
L’alternativa odierna sta invece sulle ginocchia di Giove, anzi dei consiglieri comunali che dovrebbero interpretare correttamente le proposte e le variazioni di bilancio, monitorando e valutando il funzionamento della macchina comunale in una corretta prospettiva strategica delle priorità: a Venezia, nel 2017 è stata individuata una “infrastruttura degradata” (un viadotto trafficatissimo) e nel 2023 un'”area degradata” (l’area agricola di Tessera) per ricavarne una infrastruttura sportiva con una spesa da centinaia di milioni di euro, sul finire di questo stesso anno partono pure i lavori per il risanamento di quella prima infrastruttura viaria degradata, ma in tutto questo lungo periodo nessuno ha posto in essere una qualche misura cautelativa, sul traffico e sulle barriere…

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