Ritratti di veneziane eccezionali. Una conversazione con Kathleen Ann González

JOANN LOCKTOV
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I libri di storia veneziana sono pieni di uomini illustri. Ma che dire delle donne? Le straordinarie artiste, intellettuali, scrittrici, poetesse e guaritrici? L’autrice americana Kathleen Ann González ha recentemente pubblicato la seconda edizione di A Beautiful Woman in Venice. Il libro ritrae oltre trenta donne formidabili della storia veneziana, vissute dal Medioevo al XIX secolo. Oltre al loro coraggio e genialità, González mette in luce la loro incredibile sensibilità altruistica e le loro lotte nei confronti della gerarchia patriarcale, con un occhio meticoloso fin nei dettagli alle consequenze per le loro vite. A Beautiful Woman in Venice indaga sulle circostanze economiche, politiche, mediche, artistiche, familiari, sessuali, sociali e intellettuali che hanno contribuito allo spirito di queste eccezionali donne veneziane.

Quando è stato il tuo primo viaggio a Venezia e quali sono state le tue impressioni della città? Sapevi già in quella prima visita che la città sarebbe diventata il catalizzatore dei tuoi libri?
La mia prima visita a Venezia risale alla primavera del 1996 quando portai un gruppo di studenti in Europa. A Venezia trascorremmo solo un giorno, ma il mio primo sguardo al Canal Grande scombussolò e riorganizzò la mia vita interiore. M’innamorai della città. Poi ci tornai a giugno, per restarci due settimane. Un gondoliere attaccò bottone, chiacchierammo, il che mi condusse all’idea di scrivere su di loro come gruppo. Nel 1997 sono tornata per sei settimane e ho conosciuto una quarantina di gondolieri rimanendone irretita praticamente per tutta la vita. Speravo di conoscerli in quanto persone e di vedere oltre gli stereotipi, di elevare la loro storia e professione e intanto, stringevo anche amicizie che sarebbero durate tutta la vita. Quindi no, in quel primo viaggio non sapevo che avrei scritto di Venezia negli anni a venire, ma al secondo viaggio sì, certo!

Fu su una gondola, la più iconica delle imbarcazioni veneziane, che la scrittrice Kathleen Gonzalez ebbe l’ispirazione per sapere di più dei gondolieri e in seguto esplorare la vita del veneziano Giacomo Casanova. 

I tuoi primi libri sui veneziani e sulla loro cultura hanno al centro uomini infami. I gondolieri sono i protagonisti di Free Gondola Ride nel 2003, e una mappa descrittiva delle imprese di Casanova è proposta in Seductive Venice: In Casanova’s Footsteps nel 2012. Gli uomini poi sono ostentamente accantonati in A Beautiful Woman in Venice. Cosa è successo nella tua vita da spostare la tua attenzione e ispirare la tua atrazione per questo gruppo eclettico di donne straordinarie?
Andare in gondola e sentire i gondolieri che indicano le case di Casanova ha stuzzicato la mia curiosità, volevo saperne di più sulla persona reale, Giacomo Casanova, che nasce e trascorre i suoi anni formativi a Venezia. Non ho abbandonato Casanova: attualmente sto lavorando a un libro sui luoghi che visitò a Roma.

Comunque sia, è vero, ho donato gran parte del mio cuore alle donne di A Beautiful Woman in Venice. Sono debitrice dell’idea a Vonda Wells. Aveva letto i miei libri e mi ha contattato proponendomi l’idea. Leggere le storie di queste donne e cercare di onorarle con la mia scrittura è diventata una mia passione. Più che un cambiamento nella mia vita che ha dato inizio a un cambiamento della mia messa a fuoco, direi che queste donne mi hanno ispirato a cambiare, a sostenere con forza storie di donne e il loro posto nella storia, donne che sfidano e si ribellano in vari modi, a voce alta o in silenzio.

Palazzo Sulam nel Ghetto dove viveva Sarra Copia Sulam e teneva il suo salotto letterario, a cui partecipavano studiosi sia ebrei sia cristiani.

Nel libro sono rappresentate oltre trenta donne veneziane, vissute dal XIV al XIX secolo. I loro contributi sono vasti e spaziano dalla letteratura alla traduzione, all’accademia, alla musica, all’arte, all’istruzione, all’artigianato, al teatro, al mito, anche alla politica. Qual è stato il tuo criterio nella scelta delle donne di cui hai scritto?
Inizialmente ho cercato donne che fossero nate e avessero vissuto gran parte della loro vita a Venezia. Mi sono anche concentrata su donne la cui produzione creativa era incentrata a Venezia, che ne hanno influenzato il paesaggio in modi più o meno rilevanti. Avevo anche bisogno di informazioni sufficienti per scrivere un capitolo di sostanza; come si può vedere, in alcuni casi i capitoli sono una raccolta di numerose donne di cui sappiamo molto poco, come quelle che fondarono e finanziarono enti di beneficenza e conventi. Vorrei far notare che inizialmente ho scartato Marietta Robusti perché ho trovato troppo poche informazioni sulla sua vita e risultava che avesse dipinto pochissimi pezzi; studi più recenti hanno invece rivelato che gran parte del suo lavoro è semplicemente andato perduto o, come quello di Giulia Lama, è erroneamente attribuito. Inoltre, volevo includere alcune storie perché erano davvero affascinanti, anche se si trattava di donne che erano andate via da Venezia. Ad esempio, Elisabetta Caminer Turra se ne andò messa alle strette da parte di editori maschi che si sentivano minacciati dal suo lavoro, mentre Antonia Padoani Bembo dovette scappare dalla città per sfuggire al marito violento. Non volevo che questi guai immeritati impedissero alle loro storie di essere incluse nel mio libro. Anzi, proprio questi sono il tipo di voci che dobbiamo ascoltare: quelle che altri hanno cercato di mettere a tacere.

Bassorilievo di Giustina Rossi, detta “La vecia del morter”, per via del pestelel dela mortaio che fece cadere dalla finestra sulla testa di un alfiere facendo fallire la congiura contro la Repubblica. 

La seconda edizione di A Beautiful Woman in Venice contiene tre nuovi capitoli. Hai incluso due affascinanti pittrici, Marietta Robusti e Giulia Lama, così come un gruppo di quattro donne nelle arti della cura: Elena Crusichi, Orsetta Garzolo, Teresa Ployant e Benedetta Fedeli Trevisan. Puoi dirci più in dettaglio quanto queste donne hanno contribuito al lascito della cultura veneziana e perché hai ritenuto che le loro vite dovessero essere commemorate in una seconda edizione?
Grazie per averle menzionate tutte! Quando diciamo i loro nomi ed eleviamo le loro storie, mettiamo in evidenza non solo loro ma tutte le altre donne senza nome che hanno lavorato al loro fianco, o che le hanno precedute, che hanno insegnato loro e forse le cui storie sono andate perdute.

Approfondendo le storie delle artiste Giulia Lama e Marietta Robusti sono emersi altri due volti dell’arte veneziana. Avevo già scritto di Rosalba Carriera, la famosa artista del pastello. Marietta, pur essendo anche una ritrattista ricercata, rappresentava anche il tipo di contributo di tanti artisti di bottega, solitamente uomini, che lavoravano dietro le quinte nella bottega di un maestro. Giulia Lama, invece, ha lavorato su dipinti di grandi dimensioni in situ, che erano stati esclusivamente il regno degli uomini. Entrambe le donne erano pioniere e, in effetti, entrambe sembrano ispirarsi a modelli maschili nudi, cosa, che io sappia, inaudita ovunque. Dimostrano che le donne potevano emergere quando si cimentavano in questi campi, e le loro opere adornano le pareti delle chiese veneziane.

Le guaritrici, però, non hanno lasciato segni visibili in città – un dipinto o un edificio -, ma sicuramente ebbero una parte preziosa per la salute e il benessere dei cittadini. Anche se c’erano medici uomini, erano prevalentemente le donne a prestare servizio nelle arti della cura. Senza di loro, i veneziani forse non sarebbero letteralmente sopravvissuti tanto meno prosperati. Anche Teresa Ployant e Benedetta Fedeli Trivisan hanno lasciato in eredità loro insegnamenti e conoscenze, un manuale di istruzioni ostetriche e una sedia da parto, che saranno utilizzate dalle donne che verranno dopo di loro. Si spesero specificamente per migliorare la vita delle donne. Volevo includere storie che svelassero quanti più aspetti possibili della vita veneziana e queste aggiunte ampliano la portata.

Ci sono “primati” eccezionali nel libro: la campionessa di voga Maria Boscola tra le prime donne atlete al mondo, Giustina Renier Michiel, la prima traduttrice di Shakespeare in italiano, Elena Cornaro Piscopia, la prima donna a laurearsi, e Giustiniana Wynne, accreditata come l’autrice del primo romanzo moderno di una donna italiana. Queste donne hanno mostrato un coraggio, una creatività e una perseveranza sorprendenti pur vivendo in una società patriarcale che non incoraggiava le loro attività. Che rilievo hanno oggi queste vite e tutte quelle, affascinanti, delle donne veneziane nel tuo libro? Cosa possiamo imparare da loro?Aggiungi alla lista Marietta Barovier che inventò una perla diventata moneta di scambio internazionale; o Hermonia Vivarini che brevettò una brocca in vetro; o Modesta Pozzo che scrisse un romanzo cavalleresco con una donna guerriera e la prima battaglia navale scritta da una donna; o Barbara Strozzi che compose più brani musicali di qualsiasi altro compositore barocco; o Rosalba Carriera che ebbe un’influenza rilevante sul movimento rococò.

In un mondo dominato dagli uomini, che mirava a restringere le donne entro determinate definizioni – mogli, suore o prostitute – le belle donne di Venezia ci proponngono un modello diverso. Le loro azioni e il loro coraggio indicano un punto di partenza per le donne molto indietro nel tempo e, conoscendo le loro storie, possiamo essere in una posizione molto più alta. Possiamo essere ispirate a essere di più e possiamo immaginare un futuro ancora più grande.

Le donne di cui scrivo sono state le prime a fare tante cose, ma qualcuno deve essere il primo, quindi perché non tu? Perchè non io? Erano proto-femministe perché il mondo non aveva ancora creato il concetto di femminismo. Chissà cosa verrà dopo di noi, qui nel ventunesimo secolo?

Fuga di saloni a Palazzo Benzon sul Canal Grande dove Marina Querini Benzon radunava i luminari dell’epoca nel suo salotto letterario.

Veronica Franca, Sarra Copia Sulam, Caterina Dolfin Tron e Isabella Teotochi Albrizzi ospitarono salotti letterari. Anche se cambiarono tenore dal XIV al XVIII secolo, rimasero un modo fondamentale per le donne di distinguersi come colte eclettiche, virtuose interpreti musicali, pensatrici erudite e poetesse eleganti. Se potessi ospitare un salone con gli ospiti del tuo libro, chi sceglieresti e di cosa parleresti?
Domanda allettante! Mi piacerebbe incontrarli tutti, ma ce ne sono alcuni con cui mi piacerebbe soprattutto chiacchierare. Ogni volta che penso a Elena Cornaro Piscopia e al suo obiettivo di conseguire una laurea, il mio cuore si riempie di orgoglio e al tempo stesso d’orrore per ciò che dovette sopportare; ma più che soffermarmi su questo, mi piacerebbe sapere quale dovrebbe essere secondo lei il ruolo delle donne nell’istruzione. Fece irruzione nel mondo chiuso dell’università, e cosa credeva che dovremmo fare per dare alle altre donne la possibilità di andare oltre i confini fissati per loro? Dove ha trovato la resilienza dentro di sé per realizzare tutto ciò che ha fatto?

Mi piacerebbe anche vedere come le cortigiane Veronica Franca e Angela del Moro partecipavano a un salotto letterario. Veronica era una poetessa di livello e Angela conosceva molto bene il mondo della pittura. Mi piacerebbe discutere con loro, persone che ne sono addentro, di cosa pensano dell’arte, ma anche cosa pensano del lavoro sessuale. Hanno trovato o creato qualche potere personale nei loro ruoli di cortigiane? Come definirebbero il femminismo in quanto forza unificante? Perché pensano che gli uomini si sentissero minacciati dalla loro presenza in un mondo dominato dagli uomini? Qual consiglio darebbero alle donne riguardo al possesso del proprio corpo e del proprio futuro?
​Infine, Marina Querini Benzon si direbbe la persona più divertente con cui uscire, e potrebbe avere della polenta fumante o una tazza di punch da condividere mentre ride e balla tutta la serata. Oppure potremmo fare un giro in gondola insieme e cantare la canzone su di lei, “La Biondina in Gondola”. Quale direbbe sia il segreto di una vita felice?

Dettaglio del soffitto di Palazzo Benzo in cui Marina Querini Benzon ospitava il suo salotto letterario. Era spesso ospite Lordi Byron. 

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Kathleen Ann González

A Beautiful Woman in Venice [nell’immagine di copertina] è disponibile in inglese su Amazon.

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Servizio fotografico di Kathleen Ann González

Ritratti di veneziane eccezionali. Una conversazione con Kathleen Ann González ultima modifica: 2023-10-10T22:45:27+02:00 da JOANN LOCKTOV
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