La Banca d’Italia ha ospitato recentemente la presentazione di un libro, quasi un convegno, dove esponenti delle imprese, delle Università e della Cultura hanno serenamente esaminato argomenti complessi e controversi come il profitto, il denaro, le elargizioni e i finanziamenti privati ai beni pubblici…..
Venezia è stata la star, Venezia città potente, il luogo dove negli ultimi cento anni i finanziamenti privati costituiscono un esempio da cui trarre insegnamento.

L’occasione è stata la presentazione di un libro, edito da Marsilio, scritto a due mani da Simone Bemporad , direttore Comunicazioni e relazioni esterne di Assicurazioni Generali e da Renata Codello, che è anche componente del Consiglio superiore della Banca d’Italia.
Il libro è stato realizzato raccogliendo contributi di autorevoli personaggi che hanno affrontato i temi da varie angolazioni, anche la presentazione ha seguito questo metodo, infatti non è stata fatta dagli Autori, ma da personalità che lo hanno commentato dando spunti per future discussioni.
La sua lettura è scorrevole, apparentemente leggera, che, analizzando alcuni luoghi più o meno conosciuti di Venezia, potrebbe far pensare a una inusuale guida della città e della storia dei luoghi. In realtà affronta, come evidenziato nella presentazione, temi antichi e complessi; scomodando da Cicerone a Norberto Bobbio, ci si è chiesti in primo luogo cosa sia pubblico: “Res publica è cosa del popolo …quando per popolo si intenda… una moltitudine legata in società”.
Nelle interviste sono emerse molte difformi opinioni, cosa estremamente interessante lo sviluppo nel tempo di concetti fondamentali con cui ieri, oggi, domani dobbiamo confrontarci. Anche i partecipanti alla conferenza: come Pier Luigi Ruggiero, hanno introdotto riflessioni acute, ma garbate nei toni sulla responsabilità, sul Bene Comune, sulla sostenibilità…


Claudia Conforti ci ha spiegato perché oggetto delle riflessioni a Venezia deve essere l’Architettura, trasversale a temi filosofici, sociali, politici, in quanto narrazione di un fenomeno, certo non nuovo, ma oggi sottolineato da una novità: la consapevolezza che è un nodo che evidenzia un limite. Cosa è un investimento di denaro privato in un restauro di un bene pubblico? E’ denaro ovvero profitto per l’impresa che lo ha prodotto. Dall’incontro è stata indicata una via di uscita dal dilemma: profitto necessario, negativo o positivo?
Ugualmente in evoluzione è la dialettica tra privato e pubblico entrambi volti alla conservazione del bene comune. Esso stesso concetto in evoluzione di cui si sono esaminati alcuni aspetti: la compartecipazione positiva di soggetti con azioni che debbono essere sostenibili.
È stata l’architettura a indicare come città “centrale” Venezia, perché luogo con forti dinamiche, interventi finanziariamente consistenti per numero e qualità, che hanno dato un ritorno in termini di conoscenze.
La città, con la sua specifica connotazione, ha suscitato nei privati il bisogno di salvaguardare la bellezza, ma anche di condividerla restituendo alla città stessa una parte della sua storia che altrimenti l’oblio cancellerebbe.
Negli esempi descritti, luoghi restituiti, si evidenzia come Venezia abbia offerto in prima battuta la possibilità di sperimentare: sostenibilità sociale non solo ambientale. Dai luoghi e dal loro recupero si è passati al tema più complesso, certo non sviscerato interamente, il rapporto tra imprese private e lo Stato. Un dialogo sempre più necessario per le risorse scarse di quest’ultimo. E da questo si è ritornati al nucleo principale delle discussioni: quale profitto, quale finanziamento è realmente sostenibile oggi da un’impresa? Nel libro ogni analisi viene percorsa: dalla responsabilità sociale dell’impresa, alla differenza tra capitale e proprietà d’impresa.
Pagine preziose quelle dove i numeri esposti dalle analisi internazionali dell’Hauser Institute di Harvard, si analizza il trend delle donazioni, dei lasciti dei cittadini e delle imprese giungendo alla constatazione che l’impoverimento di una nazione diminuisce il valore marginale della ricchezza.
Pertanto oggi la filantropia è testimone di un cambiamento sociale che secondo Marty Sulek non è un generico dare, ma una reale azione di miglioramento delle condizioni di vita. È stato osservato come occuparsi dei propri interessi è legittimo, ma non è sufficiente per far prosperare una società, a Venezia le sinergie tra pubblico e privato hanno agito in un orizzonte collettivo dando risultati tangibili per tutta la comunità.
Ezio Micelli si è interrogato sull’imprenditore: soggetto che deve portare la responsabilità degli investimenti con la necessità di rendere conto alla sua comunità di risultati anche quando si fa carico di investimenti sui beni pubblici come quando si fa carico dell’inclusione sociale. Gli investimenti sui beni pubblici sono vincenti se c’è una convergenza di strategie, se evidenziano qualcosa che abbia valore nel futuro. Questa filosofia rende gli investimenti architettonici che favoriscono la cultura dello spazio ottimali, perché trasformano gli ambienti per favorirne l’uso.
Nel libro è illuminante la bibliografia modernamente ampia, tanto da farci notare come i temi siano largamente trattati a livello internazionale.

Immagine di copertina: Palazzo Dolfin Manin sul Canal Grande

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