Prime acque alte autunnali, con una sequenza di giorni – nella seconda parte della scorsa settimana – di marea sostenuta, tra i 116 e i 125 centimetri alla bocca di porto del Lido. Paratoie alzate e schiere chiuse, eppure, l’allagamento di piazza San Marco è stato vistoso e in diverse parti “basse” della città l’acqua ha invaso le rive.
La situazione mette di nuovo in difficoltà abitanti ed esercenti, specie nell’area marciana. Marco De Martin, direttore di una boutique nelle Procuratie Vecchie, ha scritto una lettera al sindaco Luigi Brugnaro in cui chiede “che senso ha alzare il Mo.S.E. in tempi che portano comunque ad avere l’acqua a San Marco“. “Spesso accade per consentire il passaggio di navi, ma se la parte navale è più importante della salvaguardia non va bene”, dice De Martin al Corriere del Veneto. “Se mi si dice che il Mo.S.E. viene alzato, mi aspetto di trovare asciutto in tutta la città”, aggiunge Claudio Vernier, presidente dell’Associazione piazza San Marco
Giovedì i disagi ci sono stati anche sul fronte passerelle. Veritas dopo il momento di picco ha disposto come da prassi di toglierle. Intorno alle 16 però, le persone hanno continuato a percorrerle trovando dei vuoti tra una passerella e l’altra.

In una lettera inviata alla stampa locale la prof. Andreina Zitelli, già membro della Commissione Valutazione impatto ambientale (VIA) e responsabile della stesura del Parere negativo di VIA, mette in evidenza queste e altre criticità, che sono inerenti – come peraltro ampiamente e più volte stigmatizzato nel corso del tempo – al progetto stesso del Mo.S.E. e alla sua realizzazione.

Qui di seguito il testo della lettera:
Il Mo.S.E. non è pensato per intercettare le acque basse /medie che sono e saranno sempre le più frequenti.
Aver fatto credere ai cittadini (e alle categorie economiche in particolare) che il Mo.S.E. è il sistema per combattere tutte le acque alte non rappresenta solo un errore tecnico ma una falsa informazione pubblica.
La falsa informazione genera sbagliate aspettative e comporta lo smantellamento del sistema di allerta (sirene, avvisi , passerelle ) e la posa in essere dei presidi individuali (scaffali alti e paratoie all’uscio).
Uno dei motivi alla base della Valutazione d’impatto ambientale (VIA) negativa sul Mo.S.E. (1998) ) era che il sistema delle paratoie non poteva servire alla regolazione delle maree basse medie e medio-alte.
Le acque basse e medie (da + 90cm a + 130 cm) non sono peraltro classificabili “eccezionali“, quelle cioè avverso le quali la legge 798/ 84 prevedeva il sistema di intercettazione.
Il Mo.S.E. non può essere usato per intercettare le piccole maree perché, semplicemente, non è stato progettato per questo.
Oltre a ingenerare aspettative e destrutturazione dei sistemi di difesa, l’incertezza della previsione porta a falsi allarmi e false chiusure. Le frequenti chiusure interrompono poi il salvifico scambio mare-laguna e compromettono la navigazione verso il porto.
Queste considerazioni insieme alle altre relative al comportamento – tuttora incognito e imprevedibile – che le paratoie potrebbero avere di fronte a gravi perturbazioni marine di eccezionale portata, avevano condotto alla Valutazione negativa del Mo.S.E. invitando a una revisione delle modalità di intervento in ragione delle complessità ambientale e climatica che determinano il fenomeno delle “acque alte” e le loro conseguenze logistiche verso la cittadinanza e le attività economiche.

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