“Il Mo. S.E. ? Si usi di più e meglio”. Parla Claudio Vernier

Il presidente degli esercenti di Piazza San Marco dà voce alle loro preoccupazioni per la frequenza degli allagamenti, nonostante il funzionamento delle dighe mobili.
BARBARA MARENGO
Condividi
PDF

Dovere e diritto di prendersi cura della Piazza San Marco e della sua promozione a livello nazionale e internazionale.

L’Associazione Piazza San Marco, con i suoi 350 soci e un indotto che dà lavoro a 3500 persone è stata fondata trentun anni fa per tutelare l’insieme di arte, cultura, storia passata e presente che nel mondo rappresenta l’incomparabile cuore di Venezia, la Piazza con la P maiuscola, l’unica e sola con questo nome per tutti i veneziani.

Italico Brass, Caffè Lavena in Piazza San Marco, Venezia, 1911. [dalla mostra Il pittore di Venezia in corso all’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti)

 

Claudio Vernier, titolare del caffè gelateria Al Todaro e Presidente dell’Associazione, spiega che questa istituzione è composta dai membri delle attività commerciali dell’area marciana, oltre che dai rappresentanti dei grandi alberghi veneziani, Gritti, Monaco, Gabrielli, Londra, i caffè della Piazza e i marchi di lusso che aprono le loro vetrine intorno a San Marco. Molti sono anche i soci individuali. L’Associazione è iscritta al Registro Unico Nazionale Terzo Settore RUNTS. La famiglia Vernier gestisce dal 1948 il caffè all’angolo della Piazza con vista sul molo, fondato dalla famiglia della madre di Claudio, la famiglia Barbalich, e Claudio, da vero veneziano, ha attività commerciali varie e differenziate in città. 

Seduti a un tavolo con vista Bacino di San Marco, è incessante il passaggio di turisti, divertiti sulle passerelle con la marea che sale a lambire la riva. Giornate speciali, queste di fine ottobre, caratterizzate dall’acqua alta che nonostante il Mo.S.E. (le paratie mobili alle tre bocche di porto che separano il mare dalla Laguna) ha in più occasioni invaso la Piazza: Vernier spiega che

dopo il 1966 e l’acqua grande del 2019, i lavori  per terminare il Mo.S.E. si sono finalmente in parte conclusi  ed ora da circa due anni le differenze in positivo si vedono e sono sostanziali. Insieme al Mo.S.E. però  si sarebbero dovute finire altre opere complementari che finora sono rimaste sulla carta: finalmente quest’anno sono iniziati i lavori per mettere all’asciutto l’insula di San Marco per proteggerla dall’acqua alta a quota 110 centimetri mentre il Mo.S.E. per ora entra in funzione se l’acqua supera i 120 centimetri. La Piazza è uno dei luoghi più bassi della città e basta una marea superiore o pari a 85 centimetri per allagarla. Una delle zone più delicate della città con una marea di 120 centimetri si allaga per ben trentacinque centimetri, con danni stimati dal CORILA (il Consorzio  diretto dall’ing. Pierpaolo Campostrini per il coordinamento delle ricerche inerenti al sistema  lagunare di Venezia) per 300/ 400 milioni di euro ogni anno: come Associazione rimaniamo perplessi di fronte al fatto che si tiri in ballo  il costo pari a circa 200 mila di euro ad ogni alzata delle paratie del Mo.S.E, se pensiamo che Venezia è una realtà vivace e produttiva, che genera più di tre miliardi di euro con il turismo, cifre che producono  IVA e posti di lavoro, tasse che lo Stato centrale incamera.

Se l’anno prossimo il Mo.S.E. sarà alzato con le acque a soglia 110 centimetri cosa cambierà quindi nella Piazza?
Finalmente entriamo a regime, il Mo.S.E. è stato costruito per entrare in funzione a quota 110: in realtà parlando di queste misure si deve tenere conto delle variabili legate al meteo, con variazioni di  circa dieci centimetri, quindi il Mo.S.E. è fondamentale a quota 110 per salvaguardare Venezia, i suoi cittadini, le sue attività, i suoi monumenti e dar la possibilità al porto di lavorare. È vero ed evidente che il Mo.S.E. dovrà  essere usato di più, se già oggi sappiamo che per i prossimi anni l’aumento del medio mare è esponenziale, e ce ne accorgiamo già adesso. Se la curva è quella prevista, il Mo.S.E. e le sue opere complementari saranno fondamentali per la città: nell’agosto appena trascorso l’acqua alta ha invaso la nostra Piazza, con danni alle attività produttive e come vediamo, le conseguenze del cambiamento climatico sono  molto gravi per la città.

L’acqua alta del 4 novembre 1966 a Piazza San Marco

Cosa chiede dunque l’Associazione?
Il Mo.S.E. deve essere utilizzato al meglio: chiediamo che questa costosissima istallazione sia utilizzata per lo scopo originario, cioè salvare Venezia, renderla attrattiva, poiché grazie al Mo.S.E. durante gli ultimi due anni ci siamo accorti che le presenze anche durante la stagione invernale sono aumentate. Assistiamo da anni ad un crollo delle presenze  turistiche da inizio novembre, mentre la città con i suoi musei, luoghi d’arte e cultura, attività commerciali, è sempre pronta ad accogliere visitatori, anche nella stagione invernale. Il problema del turismo incontrollato e concentrato tra primavera ed estate, il tanto controverso fenomeno dell’overtourism, è uno dei punti principali per i quali la nostra Associazione è in prima linea: gestione dei flussi turistici che l’Amministrazione negli ultimi anni non ha affrontato, e il messaggio che è rapidamente passato nei circuiti internazionali è quello di Venezia città disorganizzata e intasata, non accogliente, con ripercussioni molto negative per il futuro.

Proponiamo una gestione dei flussi più organizzata in una città con dimensioni ridotte e servizi ridottissimi con un punto di carico che viene normalmente sorpassato dalla quantità di persone che arrivano in giornate estive: bisogna riuscire a comunicare che a Venezia sarà possibile arrivare prenotando la visita, con un tetto massimo di visitatori che saranno presenti nello stesso luogo nello stesso momento. Se io possiedo una casa di cento metri quadri non posso certo invitare mille persone tutte assieme: bisogna cercare – grazie alla protezione della città da parte delle paratie del Mo.S.E. – di distribuire e diluire la presenza turistica nei 365 giorni dell’anno, ritornando a trovare un equilibrio tra chi la città la vive e chi ci lavora, visto che il turista ha il diritto di godere di una città bellissima senza caos esasperato.

L’ultima proposta dell’Amministrazione a tale riguardo è per noi alquanto strana:  partire il prossimo anno con una sperimentazione durante alcuni giorni comunicati non si sa come né quando con un pagamento  da parte dei turisti per entrare in città. Sarebbe necessario invece  far si che i turisti si registrino su un portale dedicato  per arrivare a un tetto massimo stabilito di visitatori, misura non difficile da concepire. Non si deve pagare per venire a Venezia, bisogna tutelarla e gestirla, non è vero che tanta gente = tanti soldi. 

Abbiamo un confronto con l’Amministrazione, con la quale comunichiamo come Associazione tramite PEC: cerchiamo di dare consigli visto che siamo noi a vivere quotidianamente e a lavorare in città, con l’esperienza ad esempio delle attività storiche in Piazza da trecento anni, come il caffè Florian, assieme ai titolari di attività commerciali antiche, che hanno vissuto l’evoluzione del turismo a Venezia. L’Associazione vuole essere uno strumento che affianca l’Amministrazione per affrontare e risolvere per quanto possibile problemi, siamo noi i primi a confrontarci con un turismo che rappresenta il novanta per cento del PIL della città.

Piazza San Marco

L’immagine di Venezia nel mondo: al di là dell’ideale c’è bisogno di cambiare marcia? Le nuove costruzioni a destinazione alberghiera tra Mestre e Tronchetto come sono viste dalla vostra Associazione?
Venezia è la città insulare, Venezia Mestre è un’altra realtà: parlare di Land of Venice fa parte di un gioco politico (già usare parole in inglese è fuorviante ndr) poiché si vuole che Venezia sia la forza trainante per tutta la Regione. Se si sfrutta troppo la gallina dalle uova d’oro si rischia di stravolgere anche quello che molti turisti cercano, al di là delle bellezze artistiche e culturali: cioè uno stile di vita particolare, unico con il silenzio, la possibilità di pensare e sognare circondati oltre che dalla bellezza da un  fondamentale elemento, gli abitanti. Abitanti oggi in drammatico calo per le ragioni più varie: Venezia deve tornare ad essere un luogo ambito ed amato non una Pompei senza anima.

Il nuovo albergo che sta sorgendo al Tronchetto come sìinserisce in questa filosofia?
Non è questa la direzione che auspichiamo: Mestre e tutti gli alberghi che sono sorti in questi ultimi anni servono a evitare le tasse di soggiorno e le eventuali prenotazioni, con simili iniziative si rischia di dare il colpo  di grazia a Venezia che avrà ancora più turismo incontrollato e Mestre diventerà una città dormitorio. La stazione di Santa Lucia e Piazzale Roma saranno ancora più intasati.

Immagini storiche del caffè gelateria Al Todaro

In un simile contesto non è facile mantenere alta la qualità dell’offerta.
Nel 2019 come Associazione di Piazza San Marco abbiamo fortemente voluto un regolamento per controllare il tipo di aperture di negozi lungo i lati della Piazza sotto i portici: l’Amministrazione, e in particolare l’Assessore Zuin, ci ha dato ascolto per quel che riguarda la Piazza e l’area di Rialto. Lo scorso anno l’Assessore Costalunga ha ampliato il regolamento di controllo di nuove attività economiche in altre aree della città, e questo è un buon risultato. La realtà di questi luoghi però è molto cambiata: anche se molti negozi sono ancora gestiti da veneziani, soprattutto dopo il Covid il trenta per cento delle attività produttive ha chiuso. Tra il problema dell’acqua alta del 2019, i danni  soprattutto nelle Procuratie Vecchie sono stati enormi, gli indebitamenti idem: negli ultimi anni grazie ai nuovi regolamenti sono tornate le attività di qualità, non sempre gestite da veneziani ma da grandi marchi che trovano in Venezia una vetrina eccezionale di alto livello e danno lavoro a molta gente.

E per il futuro di questa città?
Vedo un futuro in positivo per la nostra città: i veneziani rimasti in questi ultimi anni hanno tirato fuori l’orgoglio ed anche se sappiamo che i numeri determinano le scelte politiche dobbiamo cercare di far capire anche in terraferma che Venezia va tutelata  e non sfruttata come troppo spesso avviene. 

Aspettiamo con fiducia l’utilizzazione del Mo.S.E. a 110 centimetri: una buona notizia perchè la città vive di certezze, cosa della quale gli imprenditori hanno bisogno. Noi al caffè Todaro due anni fa abbiamo fatto importanti lavori di restauro certi che il Mo.S.E. ci avrebbe difeso dalle devastazioni delle maree, scelte che altrimenti non avremmo fatto. Abbiamo aumentato i posti di lavoro a tempo indeterminato, poiché la stagione sembra positiva e speriamo prolungata nel futuro.

Immagine di copertina: Italico Brass, Acqua alta in Piazza San Marco. Venezia 1912

“Il Mo. S.E. ? Si usi di più e meglio”. Parla Claudio Vernier ultima modifica: 2023-11-02T13:17:00+01:00 da BARBARA MARENGO
Iscriviti alla newsletter di ytali.
Sostienici
DONA IL TUO 5 PER MILLE A YTALI
Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE:

Lascia un commento