Con l’aspirapolvere nella sabbiera della guerra

JUDITH NEWCOMB STILES
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[NEW YORK]

Quando sono arrabbiata, prendo l’aspirapolvere e lo passo sui tappeti di casa. Non ne ho tanti, di  tappeti, ma se ho i nervi, mi dà fastidio vedere qua e là pezzettini di roba varia sui tappeti. Il mondo esplode in questi giorni, e io tiro fuori la mia amata Electrolux e ogni giorno passo l’aspirapolvere, anche se non ce n’è bisogno. C’è chi riprende a fumare, chi si dà all’alcol o al cioccolato, per me il massimo è passare l’aspirapolvere quando c’è una guerra in corso dall’altra parte del mondo e mi sento impotente. Passare l’aspirapolvere è un cimento con un inizio, una parte centrale e una fine e i risultati li puoi toccare con mano. Pulito, pulito, pulito. Tutto fatto. Problema risolto.

Stasera, seduta su una vecchia sedia imbottita bevo una camomilla per scacciare i demoni della guerra. E noto una rete di sottili ragnatele che collegano la mia sedia al muro, proprio in quell’angoletto dove non ho passato l’aspirapolvere. I ragni sono dei veri intriganti. E dove ci sono ragnatele, ci deve essere un ragno nelle vicinanze, quindi normalmente mi alzerei, lo inseguirei e lo schiaccerei. Con l’arrivo dell’inverno, i ragni si spostano nel mio territorio e lo rivendicano come casa loro. Ma da quando la mia amica Joyce mi ha detto che uccidere un ragno porta male, mi acconcio all’imbarazzante rituale di intrappolare il ragno sotto una tazza da tè, poi ci faccio scivolare sotto un foglio, e lo porto fuori per lasciarlo vivere. Vivi un altro giorno in questo mondo. Ridicolo, vero?, però so che, se non in momenti di debolezza, altre donne ammettono di fare la stessa cosa. Per lo più madri. Sempre donne.

L’altra cosa folle che sostiene Joyce è che ci sono religioni in cui le persone credono che il ragno possa essere la reincarnazione di un parente morto. Quindi, quando trovo il colpevole che ha faticosamente costruito la ragnatela dietro la mia sedia, mi prendo un minuto e lo seguo sul pavimento, e vai a capire se è la mia bisnonna morta che un tempo stava seduta qui bevendo il tè in questa stessa casa, come me.

Photo: Steven Brown

E vogliamo parlare delle zanzare? Dovrei chiedere a Joyce, o a un buddista, o a un prete o al presidente riguardo a quel tipo di omicidio, che è in realtà non è che uno schiaffo o uno schiocco per uccidere l’insetto. Conta questo? Le zanzare che schiaccio a morte sono ridotte a un punto di sangue, ma è il mio sangue che l’autore del reato ha preso dal mio corpo senza chiederlo. Conta come omicidio?

C’è sangue buono e sangue cattivo su questa terra. Buon sangue è quello che vedevo ricoprire disordinatamente ognuno dei miei figli mentre spuntavano tra le mie gambe, il primo giorno soli su questo pianeta. Era il sangue della vita che li nutriva, dava loro alimento e li aiutava a diventare una persona, che d’ora in poi avrebbe prodotto il proprio nuovo sangue per fluire attraverso i loro piccoli corpi appena nati.

Cattivo sangue è quel che vedo in guerra, e il cattivo sangue è anche presente nelle vili parole di odio che sento da così tante persone in questi giorni. I suoni del veleno.

Nel parco del quartiere, madri, padri, nonni e persino tate si radunano e attaccano briga scambiandosi troppe parole di odio. Da dove viene tutto questo odio? Una donna nello spazio giochi dei bambini si fa avanti nella vasca di sabbia per sedare una guerra tra due bambini che si contendono dei giocattoli. Si stanno picchiando, e la donna, probabilmente una madre, dice gentilmente ai due di condividere il giocattolo. Ma loro continuano comunque a strapparselo l’un l’altro, urlando e ringhiando, e allora la madre tira fuori un secondo giocattolo e dice: “Ecco un giocattolo per ciascuno di voi”, e così continuano la loro giornata al parco, ognuno giocando pacificamente con un giocattolo per un po’.

Photo: Markus Spiske

Forse quella madre dovrebbe provare a fare la stessa cosa con quei giovanotti dei nostri leader mondiali quando combattono per la terra, il denaro e il potere, sempre il potere, nella grande vasca di sabbia.

Il suo metodo è semplice.

“Un po’ per voi ragazzi.”

“Un po’ per noi.”

Problema risolto se solo questi giovanotti rispettassero l’accordo.

I nostri leader mondiali hanno avuto centinaia, anzi migliaia di anni per fermare le guerre e le uccisioni, quindi come dice la mia amica Martha Shea Smith, “è ora di far sedere questi giovanotti sul sedile posteriore. Che ora sia una donna al volante. Provateci. Vediamo cosa succede.” Però non una donna qualsiasi, ma la signora del parco giochi o una madre di nome Rachel Goldberg-Polin, madre di Hersh a cui è stata amputato un braccio da una granata prima che Hamas lo rapisse.

Rachel Goldberg-Polin

Di recente ha parlato al mondo in un abito tristemente nero di lutto per il figlio di cui non si ha più notizia, che tuttora risulta scomparso. Le sue parole hanno risuonato forte nella mia testa: erano parole che parlavano dell’odio.

Ha detto:

Capisco che l’odio verso l’altro, chiunque sia l’altro, è seducente e, soprattutto, è FACILE. L’odio è facile, ma l’odio in realtà non è utile, né è costruttivo. Sappiamo tutti che la guerra e il conflitto finiscono sempre, SEMPRE, per colpire gli innocenti. Ed è per questo che la guerra è così brutale, così devastante. Lo vediamo ovunque nel mondo e ovunque nella storia del nostro mondo. Nella competizione del dolore non c’è mai un vincitore. Noi come esseri umani siamo stati benedetti con il dono dell’intelletto, della creatività, dell’intuizione e della percezione, e perché non lo usiamo per risolvere i conflitti globali in tutto il mondo?

Con l’aspirapolvere nella sabbiera della guerra ultima modifica: 2023-11-07T09:48:00+01:00 da JUDITH NEWCOMB STILES
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