L’edera aderì rasente al muro.
L’anta dello scuro inaridì a febbraio
Dall’infisso staccatasi d’un tratto
Mentre distratte vagavano le ore.
L’erba crebbe in fretta. In fretta
Si seccò. Scomparvero le voci
Una sera che più lenta la luce
Riposò. Il tempo passò in fretta.
L’edera rimase verde su quel muro.
Il muro si crepò. La crepa
Su quel muro creò un nome
Al tempo. E il tempo fece il resto.
Nominò le cose, diede un nome
A quell’edera, a quell’anta e al muro.
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Da “Muri portanti”, di Daniele Orso
Da “Muri portanti”, di Daniele Orso
ultima modifica: 2017-06-24T11:40:40+02:00
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