Il re era tosato;
ora gli andava larga la corona
e gli piegava un po’ le orecchie
cui a tratti giungeva
lo strepito odioso
dei ceffi affamati.
Sedeva, per darsi un po’ di caldo,
sulla sua mano destra,
arcigno, col suo culo pesante.
E, lo sentiva, non era più lui:
del padrone ben poco rimaneva,
e l’amplesso era fiacco.
–
“Il re di Münster”, di R. M. Rilke
“Il re di Münster”, di R. M. Rilke
ultima modifica: 2016-12-15T12:34:30+01:00
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