“Mia sorella”, di Jack Underwood

Studio MAB21
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Due estati fa mentre stavo impazzendo
pensavo che il fantasma di mia sorella vivesse nel nostro giardino.
Sentivo le spalle calde, e confidavo.
Lasciatemi dire che era reale, come una lingua
che puoi mordere. Lasciatemi dire che era
molto brava a hockey, e divertente come un campeggio.
Dipingeva ruvidamente, ma bene, le piacevano i ragazzi
con la barba ma non il sesso con i ragazzi con la barba.
Le sue mani erano grandi come le mie.
La sua voce sembrava indifferente alla gravità
e si sarebbe spesso scoperta
attirare l’attenzione dell’intera tavolata. Mi raccontava
che il suo uomo ideale era Picasso, e che il suo
più grande rimpianto era non aver messo il suo nome
fermamente dentro la vita, scivolandoci sotto
prima di nascere. E mi rammarico
nel giardino tra fuochi d’artificio esplosi,
la faccia inumidita, ogni cosa infranta
su questa parete, un’altra estate che arriva.

“Mia sorella”, di Jack Underwood

“Mia sorella”, di Jack Underwood ultima modifica: 2017-07-29T19:08:56+02:00 da Studio MAB21
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