“Un uomo passa con il pane in spalla…”, di Cesar Vallejo

Studio MAB21
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Un uomo passa con il pane in spalla.
Potrò scrivere dopo sul mio sosia?
Un altro si siede, si gratta, cava un pidocchio dall’ascella, lo schiaccia.
Con che ardire parlar di psicoanalisi?
Un altro mi è entrato nel petto con un palo nella mano.
Parlare poi di Socrate col medico?
Passa uno zoppo e dà il braccio ad un bimbo.
Potrò leggere dopo André Bretón?
Un altro trema dal freddo, tossisce e sputa sangue.
Ci starà un’allusione all’Io profondo?
Un altro cerca nel fango, i noccioli ed i gusci.
Come descriver dopo l’infinito?
Un muratore cade da un tetto, muore e non pranza più.
Innovare poi il tropo, la metafora?
Un commerciante ruba un grammo sul peso ad un cliente.
Parlar dopo di quarta dimensione?
Un banchiere falsifica il bilancio.
Con quale faccia piangere a teatro?
Un paria dorme e ha un piede sulla schiena.
Parlar dopo a qualcuno di Picasso?
C’è chi singhiozza lì ad un funerale.
Come fare poi ingresso all’Accademia?
C’è chi pulisce il fucile in cucina.
Con che ardire parlar dell’aldilà?
C’è chi passa contando sulle dita.
Come parlar del non-io senza un urlo?

“Un uomo passa con il pane in spalla…”, di Cesar Vallejo

“Un uomo passa con il pane in spalla…”, di Cesar Vallejo ultima modifica: 2017-03-10T13:31:28+01:00 da Studio MAB21
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