Politically Correct
Una rubrica di Matteo Angeli
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Elly, ciclone arcobaleno

scritto da MATTEO ANGELI

Una piccola grande rivoluzione. Così Elly Schlein ha commentato a caldo la vittoria a sorpresa nelle primarie per la guida del Pd. Diventa la prima segretaria nella storia del principale partito di sinistra italiano. Coi suoi trentasette anni è anche la più giovane leader. Batte Matteo Renzi che divenne segretario a trentotto anni. È pure la più ecologista e femminista. E, non ultimo, è la prima segretaria esponente della comunità LGBTQ+. Segno che qualcosa sta finalmente cambiando nell’Italia che dal 1996 cerca, senza successo, di darsi una legge contro l’omotransfobia. 

Nella storia della politica italiana, coloro che hanno fatto coming out si contano sulle dita di una mano. Ma non partiamo da zero. L’esperienza di Nichi Vendola, già presidente della Regione Puglia dal 2005 al 2015 e presidente di Sinistra Ecologia Libertà dal 2010 al 2015, costituisce un precedente di tutto rispetto. Impegnato fin da giovane nel partito comunista, Vendola portava già allora con orgoglio il suo orecchino, segno distintivo, simbolo alternativo. Fece il suo coming out nel 1978. Dotato di grande intelligenza, sensibilità, cultura, umana simpatia, esperienza e di una straordinaria capacità oratoria, egli non è stato solo un grande leader politico meridionale, ma ha saputo anche conquistare la scena nazionale, smontando una serie di pregiudizi, quando farlo era molto più difficile. 

A lungo quello di Vendola è restato, per certi versi inspiegabilmente, un caso isolato. Infatti, anche se negli ultimi anni si sono susseguiti altri politici italiani dichiaratamente omosessuali, nessuno di loro ha saputo esprimere le stesse capacità di leader.

Nessuno fino a ora. L’exploit di Elly Schlein marca in questo senso un punto di rottura. Tre anni fa, l’allora neo-vicepresidente dell’Emilia Romagna, parlò per la prima volta della sua bisessualità nel salotto di Daria Bignardi, durante una puntata de “L’Assedio”. Rispondendo a una domanda della conduttrice disse con naturalezza:

Sì, sono fidanzata. Ho avuto diverse relazioni in passato: ho amato molti uomini, ho amato molte donne. In questo momento sto con una ragazza e sono felice. Finché mi sopporta.

Non si tratta di un semplice dettaglio personale. Non lo è perlomeno in un paese come l’Italia, dove sui diritti LGBTQ+ siamo il fanalino di coda tra gli stati dell’Europa occidentale. La scelta di Elly Schlein di parlare pubblicamente del proprio orientamento sessuale è un dato profondamente politico, che lei stessa usa per dare forza alla sua narrazione. 

In occasione della chiusura della campagna elettorale prima delle elezioni politiche, Schlein aveva dichiarato orgogliosamente:

Sono una donna. Amo un’altra donna e non sono una madre, ma non per questo sono meno donna.

Aggiungendo poi:

Non siamo uteri viventi, ma persone coi loro diritti.

La nemesi perfetta di Giorgia Meloni, la “donna, madre, cristiana” alla guida del governo più a destra e forse più omofobo della storia italiana. Il fatto che Schlein sia dichiaratamente parte della comunità LGBTQ+ è la controrisposta a chi ha affossato il ddl Zan. 

I sostenitori del principale partito d’opposizione hanno votato per una donna dichiaratamente bisessuale. Hanno premiato il suo coraggio. È la prova che c’è un’Italia matura, che non dà importanza a questo tipo di diversità o che addirittura la considera una ricchezza. È l’inizio di una piccola grande rivoluzione. A partire da oggi Schlein dà una visibilità nuova alla comunità LGBTQ+ italiana. Contribuisce a renderla non più mero oggetto ma protagonista del dibattito politico.

Aprirà la strada ad altri. E ce n’è di strada da fare, basti pensare che su seicento parlamentari, solo quattro sono dichiaratamente LGBTQ+. In termini di contenuti, la nuova segretaria ha già detto che lotterà per riproporre una legge contro l’omotransfobia, considerata “il minimo sindacale” e per avanzare verso il matrimonio egualitario. 

È una sfida controcorrente. Ma c’è di che sperare. Usando le parole di Dario Franceschini, Elly Schlein è “un’onda travolgente cui nessuno credeva. Un’onda di speranze, di rabbia, di orgoglio, di entusiasmo”. E anche un ciclone arcobaleno. 

Elly, ciclone arcobaleno ultima modifica: 2023-02-27T23:05:36+01:00 da MATTEO ANGELI