Politically Correct
Una rubrica di Matteo Angeli
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Il bullo La Russa cancella la storia

MATTEO ANGELI

A dare la notizia era stata Alessandra Sardoni, già lo scorso 14 ottobre, durante il talk “Diario politico”, di La7. Qualche giorno fa a Palazzo Piacentini, la sede del Ministero dello sviluppo economico, qualcuno ha avuto l’idea d’installare una galleria di foto che ritraggono tutti i ministri che si sono succeduti nello storico edificio. Palazzo Piacentini fu infatti inaugurato nel lontano 30 novembre 1932 come Ministero delle corporazioni e, dopo la guerra, è stato prima sede del Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato, dal 1999 del Ministero delle attività produttive e dal 2006 del Ministero dello sviluppo economico. Foto piccole e quadrate, in bianco e nero.

Niente di particolarmente rilevante, se non fosse che la carrellata comincia con un ritratto di Benito Mussolini. “Una scelta abbastanza singolare”, come l’ha descritta Sardoni, poiché il duce “non era un ministro della Repubblica, lo è stato in un’altra fase…”. “È il contesto, ma non solo, che rende questa scelta una notizia”, ha chiosato la giornalista di La7. È infatti impossibile evitare di fare il collegamento col fatto che sta per insediarsi il primo governo post-fascista della storia italiana. Uno schieramento che la settimana scorsa ha elevato a presidente del senato quell’Ignazio La Russa che in tempi non sospetti aveva dichiarato che “siamo tutti eredi del duce”. Come se non lo fossero solo i fascisti, ma il popolo italiano tutto. Come se la costituzione non negasse apertamente la riorganizzazione del partito nazionale fascista o come se la Repubblica non segnasse una netta cesura con quel periodo storico precedente. 

Venuto a conoscenza della notizia, Pier Luigi Bersani, ex ministro dello sviluppo del governo Prodi, ha dato fuoco alle polveri, dichiarando sui social :

Mi giunge notizia che al MISE sarebbero state esposte le fotografie di tutti i ministri, Mussolini compreso. In caso di conferma, chiedo cortesemente di essere esentato e che la mia foto sia rimossa. 

Il leghista Giancarlo Giorgetti, attuale inquilino di Palazzo Piacentini, ha cercato di calmare le acque dicendo, “nessuno si è accorto che la foto di Mussolini c’è anche a Palazzo Chigi, non solo al Mise, comunque se è un problema la togliamo”. Giorgetti ha poi aggiunto “Ci stanno tutti i ministri, ahimè Mussolini è stato il primo ministro delle corporazioni”. Come se la scelta fosse inevitabile. Peccato (per Giorgetti) – o meglio, per fortuna (per gli italiani) – che la storia è diversa. La Repubblica è nata sulle ceneri del fascismo, in netta opposizione ad esso. Mettere il duce insieme ai ministri della Repubblica è quindi una scelta di campo.

Successivamente una nota del Ministero che fa capo a Giorgetti ha spiegato che la foto di Mussolini, esposta nell’ambito delle celebrazioni per i novant’anni di Palazzo Piacentini, “sarà tolta per evitare polemiche e strumentalizzazioni”.

Il fatto che una foto di Mussolini sia appesa anche a Chigi nella galleria dei presidenti del consiglio è comunque una scusa farlocca. Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, ne approfitta per alzare la posta:

La giustificazione che viene portata è che la foto del duce del fascismo è anche a Palazzo Chigi? Male, molto male. Si colga l’occasione allora per toglierlo anche da lì. 

Brando Benifei, capodelegazione del Pd in Parlamento europeo, pone la domanda in termini molto intuitivi:

Ma in Germania secondo voi viene esposto il ritratto di Hitler in delle sedi governative?

Ed ecco che in questo contesto s’inserisce, com’era prevedibile, puntuale il grido alla cancel culture, per bocca nientepopodimeno del nuovo presidente del senato. La Russa, seconda carica dello stato, proprio non riesce a trattenersi dallo specificare che

la foto di Benito Mussolini ministro, al centro delle polemiche perché nella galleria dei titolari del Mise, c’è anche al ministero della difesa. C’è scritto anche al Foro Italico. Che facciamo cancel culture anche noi?

Ecco che in perfetto stile trumpiano, il bullo si fa vittima. La colpa non è di chi sciaguratamente ha, lui sì, cercato di storpiare la storia italiana, appendendo in questo momento storico non casuale la foto del duce insieme ai ministri della Repubblica. Per La Russa, la colpa è di chi fa notare che non siamo lontani dall’apologia del fascismo. 

Con la scusa che non si può più dire niente, la destra più becera ne approfitta così per affermare anche quello che fino ad oggi era vietato dire. Prova a cambiare le regole del gioco con un vittimismo di puerile arroganza ma non ingenuo. Altro che arbitro imparziale della camera alta. Il presidente del senato sporca l’inizio del suo mandato con un brutto fallo. Invocando lo spauracchio della cultura della cancellazione, Ignazio Maria Benito La Russa dà, deliberatamente, una picconata ai valori repubblicani. Non è un caso di cancel culture, ma di cancellazione della storia. 

ORGOGLIO ARCOBALENO

di Matteo Angeli

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Il bullo La Russa cancella la storia ultima modifica: 2022-10-18T23:51:49+02:00 da MATTEO ANGELI
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