La direzione e il collettivo di ytali aderiscono all’appello che segue – e invitano i lettori della rivista a sostenerlo – perché il Forte di Sant’Andrea, ingresso principale dal mare alla Laguna e alla città di Venezia, rimanga di proprietà demaniale e sia aperto alla fruizione pubblica.
Le adesioni vanno inviate a appellosantandrea@gmail.com
L’appello è rivolto a:
Ministro della Cultura
Ministro dell’Economia e delle Finanze
Ministero per le Politiche del Mare
Direttore Regionale Veneto Agenzia del Demanio
Direttore Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna
Sindaco di Venezia e consiglieri comunali
Presidente della Municipalità di Venezia, Murano e Burano e consiglieri di Municipalità
Organi di Informazione

L’Agenzia del Demanio del Veneto richiedeva con un apposito avviso esplorativo (del dicembre del 2022) ai soggetti potenzialmente interessati di presentare le proprie manifestazioni di interesse per l’acquisto in proprietà, o per l’affidamento in concessione di valorizzazione di lunga durata, dell’isola di Sant’Andrea (“un isolotto trapezoidale – recitava l’avviso- dove sono collocati due edifici di un sistema fortilizio vero con strutture funzionali all’uso militare, con superficie complessiva di circa 22.400 mq – bene con vincolo di “Demanio Storico Artistico ex d.lsg 42/2004”).

Certo, un isolotto trapezoidale: ma un isolotto che ospita il Forte di Sant’Andrea, la componente più rilevante di quel duplice sistema difensivo della città realizzato dalla Serenissima nella prima metà del secolo XVI alla bocca di porto del Lido, rafforzando il preesistente sistema medioevale de “Lido castelli” (Castel Vecchio quello del Lido, e Castel Nuovo quello fronteggiante di Sant’Andrea): poco più che un ampio recinto murario parzialmente bastionato il primo, oggi pressoché scomparso, e invece una mirabile vera porta della città quello sul fronte di Venezia, conservato fino ad oggi nella sua interezza, ancorché progressivamente rafforzato e adattato alle esigenze evolutive di una struttura difensiva che è rimasta tale per più cinquecento anni (oltre che rimesso coraggiosamente in piedi dopo il crollo pauroso di settant’anni fa).
Aulica ed eloquente porta della città dunque, dove il mare diventa laguna, dovuta nella sua veste rinascimentale alla solida cultura architettonica di Michele Sanmicheli; ma anche alle competenze in fatto di strutture difensive di città, maturate nella cerchia dei proti della Serenissima che provvedevano in quegli stessi tempo, e poi nei tanti decenni successivi, alla progettazione e alla realizzazione delle difese sia delle città nei domini di terraferma e sia di quelle, tantissime, disposte lungo le rotte commerciali verso l’Egeo (dove lo stesso Sanmicheli, non dimenticando il nipote Girolamo, fu spesso sapiente artefice).

Il Forte di Sant’Andrea è ricco di spazi e volumi estremamente espressivi della maestria nel coniugare specifiche esigenze difensive (come le bocche di fuoco a pelo d’acqua e a livelli sfalsati, distribuite planimetricamente in modo da coprire tutti i mutevoli percorsi d’ ingresso delle navi nemiche alla città), con una qualità degli spazi, interni ed esterni, e di percorsi e scale, ancor oggi matericamente espressivi delle tecniche costruttive originarie.
Un luogo oggi pressoché abbandonato, nonostante i ripetuti interventi di restauro realizzati con risorse pubbliche, pensato per la difesa della città, e ancor oggi, porta obbligata per entrarvi dal mare. Occorre dunque coglierne la disponibilità, impegnarsi per rendere Sant’Andrea progressivamente fruibile e visitabile (sarà certo necessario mettere in sicurezza molti dei suoi spazi, esterni ed esterni), affidandogli funzioni corrispondenti al suo significato originario: come quelle che può assumere uno spazio che venga dedicato ad ospitare una testimonianza significativa dell’immenso patrimonio di documenti, soprattutto vedute e disegni di città e di fortificazioni realizzate dalla Repubblica nelle città costiere lungo le rotte dell’Adriatico e dell’Egeo – da Zara a Sebenico, a Corfù, a Cattaro, Candia e Famagosta; ospitarvi dunque, debitamente riprodotte e commentate, e tecnologicamente rese visibili, le straordinarie immagini cinque-seicentesche presenti negli archivi veneziani (alla Biblioteca Marciana, al Museo Correr, all’Archivio di Stato…) delle innumerevoli città fortificate da Venezia sulle coste lungo le rotte della Serenissima. Immagini che si videro frettolosamente in tre mirabili esposizioni organizzate dal Comune di Venezia (a Palazzo Ducale nel 1986, all’Ala Napoleonica nel 1999, e di nuovo a Palazzo Ducale nel 2013): centinaia di vedute, planimetrie, modelli, rilievi, progetti, con mura e bastioni, porti e flotte, di città marinare fortificate da Venezia con gli stessi espedienti e le stesse modalità di quelle del forte dove sono ospitate. Segni di una cultura che viene qui resa percepibile nella sua estesissima diffusione territoriale: le città dello Stato da Mar, qui a Sant’Andrea, il luogo che ne rappresenta l’apice.

A Venezia lo spazio dove questa compenetrazione visuale e sensoriale dunque esiste, e Sant’Andrea è il luogo più appropriato che si possa immaginare, l’unico al mondo dove si possa cogliere questa straordinaria opportunità: perché qui c’è lo spazio del forte vero e proprio, ma anche quello degli edifici circostanti successivamente costruiti, e delle aree libere e dei canali, dove poter ospitare i sevizi che una siffatta struttura espositiva richiede, e dove organizzare i servizi per l’accessibilità.
Tutt’altro che un museo dunque, quanto piuttosto un sistema funzionale ed eloquente di spazi e momenti attrezzati per la documentazione e la ricerca. Un episodio eccezionale per la comprensione della vicenda storico-politica di Venezia, cui non potranno non essere interessati i paesi che ospitano oggi le città costiere fortificate cinque secoli addietro da Venezia, Croazia, Montenegro, Albania, Grecia, Cipro, Turchia…
Mettere in sicurezza e aprire alla pubblica fruizione l’isola di Sant’Andrea può essere dunque il punto di partenza ideale per un percorso di comprensione della città e della sua storia. Il forte può diventare allo stesso tempo una delle auspicate componenti del sistema museale pubblico della città di Venezia, in una gestione coordinata con il Lazzaretto Vecchio e il Museo del Mare all’Arsenale.

Chiediamo pertanto di interrompere la procedura ad evidenza pubblica per la messa in vendita o per l’affidamento in concessione del Forte Sant’Andrea e dell’isola di Sant’Andrea, purtroppo ribadita di recente dal Sottosegretario di Stato Tullio Ferrante che, rispondendo in Parlamento a una interpellanza della deputata Luana Zanella, ribadiva che:
L’avviso relativo all’isola di Sant’Andrea è un semplice avviso esplorativo, finalizzato a verificare l’esistenza di soggetti potenzialmente interessati o all’acquisto in proprietà o all’affidamento in concessione di valorizzazione di lunga durata dell’ex Forte Sant’Andrea, appartenente al demanio pubblico storico-artistico e soggetto a tutela ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004, che non è gravato da vincolo di inalienabilità assoluta da parte del Ministero della Cultura.
Sosteniamo al contrario che il forte debba rimanere in mano del demanio dello Stato e essere destinato a un uso pubblico.
Ricordiamo infine che tra gli interventi per il completamento e la messa in sicurezza della Laguna finanziati con delibera 9 giugno 2021 dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile figurano gli interventi di recupero e valorizzazione dell’isola di Sant’Andrea e dell’annesso Forte demaniale. Per quanto a nostra conoscenza, l’importo stanziato deve essere ancora speso.
Prime adesioni: Franco Mancuso, Anna Messinis, Francesco Erbani, Italia Nostra Sezione di Venezia, Claudio Menichelli, Camillo Tonini, Nelli-Elena Vanzan Marchini, Guido Zucconi, Donatella Calabi, Mariolina Toniolo, Silvio Testa, Giovanni Benzoni, Maria Rosa Vittadini, Armando Barp, Andreina Zitelli, Luca Zan, Elisabetta Molteni, Laura Fregolent, Francesco Penzo, Andrea Bonifacio, Alessandra Schiavon, Associazione Poveglia per Tutti, Stella Serena, Tiziana Plebani, Roberto Ellero, Aline Cendon, Domenico Luciani, Giorgio Cecchetti, Enzo Castelli, Giacomo-Maria Salerno, Giandomenico Romanelli, Amalia Basso, Andrea Sbordone, Flavio Albertini, Barbara Borsato, Carlo Beltrame, Pierandrea Gagliardi, Maria Teresa Sega, Stefania Portinari, Simon Levi Sullam, Gilda Zazzara, Alessandro Biasioli, Alice Crisanti, Mario Isnenghi, Maria Chiara Tosi, Marina Scalori, Paola Issa, Emanuela Vassallo, Tiziana Penzo, Cristina Romieri, Elena Quaranta, Lorenzo Calvelli, Daria Perocco, Stefano Boato, Martina Frank, Andreina Forieri, Alessandra Sambo, Lucia Nadin, Lucia Lucchese, Gianmario Guidarelli, Jean-François Chauvard, Mara Naia, Barbara Lunazzi, Cecilia Catacchio, Ezio Toffolutti, Bruno Dolcetta


Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!