NAOMI ZEVELOFF
Mentre gli israeliani da sinistra a destra si lamentano dell’accordo sul nucleare iraniano firmato a metà luglio, Ronny Edry, quarantaquattrenne graphic designer a Tel Aviv, ha colto l’occasione per parlare direttamente agli iraniani. “Stiamo arrivando per lo Shabbat!”, ha scritto sulla sua pagina Facebook che si chiama Israel-Loves-Iran (Israele ama l’Iran).
Tre anni fa, dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva minacciato un attacco militare contro l’Iran per distogliere l’attenzione dall’accelerazione sul programma nucleare della Repubblica Islamica, Edry aveva postato un messaggio sulla sua pagina personale di Facebook: “Iraniani, non bombarderemo mai il vostro paese, vi vogliamo bene”.
Le parole erano sovrapposte su una foto di Edry e della sua giovane figlia mentre sventolava una bandiera israeliana.
Nelle ore successive, la fotografia è stata condivisa tante volte, e in pochi giorni Edry era apparso nella maggior parte delle principali agenzie di stampa americane per parlare della pagina Facebook Israele-Loves-Iran che ora ha più di 121.000 “mi piace”.
Con sua sorpresa, gli iraniani gli hanno risposto in modo gentile. E Majid Nowrouzi, iraniano, architetto del paesaggio, ha creato la pagina Iran-Loves-Israel. La sua pagina, a sua volta, ha raggiunto più di 33.000 “mi piace”.
“Molti iraniani non possono premere il pulsante ‘like’ sulla mia pagina, perché è troppo pericoloso per loro”, ha detto Nowrouzi. “Ma loro mi mandano dei messaggi e mi scrivono quanto sono felici per la pagina Facebook”.
Edry si è trovato in minoranza con gli israeliani che celebrano l’accordo, un’intesa che il suo primo ministro ha denunciato a gran voce come un errore storico che aprirà la strada per l’Iran ad acquisire una bomba nucleare.
“Per me è un buon accordo”, ha detto Edry. “È un modo per continuare a guardare a ciò che gli iraniani stanno facendo, e per revocare le sanzioni al popolo iraniano”.
Una settimana dopo che l’accordo è stato annunciato, Edry è seduto davanti a un computer di casa con sua figlia Ela di otto anni come nella foto originale di Israel-Loves-Iran. Lui le stava dando un tutorial Photoshop per manipolare la sua immagine e assomigliare a un personaggio dalla pelle verde come nel film d’animazione “Shrek”.
In una pausa dalla lezione, Edry dice di considerare l’accordo un “gioco politico” e che il vero cambiamento potrebbe esserci se e quando le sanzioni iraniane saranno tolte per consentire alle imprese straniere di lavorare.
È stato solleticato dalla notizia che McDonald aveva creato un franchising per imprenditori iraniani anche se la catena di fast-food potrebbe essere molto lontana dal suo debutto nella Repubblica Islamica.
“Qual è la cosa che realmente può cambiare la mentalità delle persone in Iran?”, ha detto. “Le dichiarazioni dell’ayatollah, bruciare le bandiere [di israeliani e americani] o avere la Coca-Cola e il McDonald?”
Raggiunto via Facebook, Nowrouzi dice che l’accordo consiste nell'”alleviare la pressione” sugli iraniani togliendo le sanzioni. Egli ritiene che la maggioranza degli iraniani si oppone al governo e che l’accordo è “meglio di una guerra”.
“Noi persiani, abbiamo un detto: ‘La febbre è meglio della morte’, e lo sento ogni volta che parlo con gli iraniani in Iran”, dice ancora Nowrouzi.
37anni, Nowrouzi sostiene di essere stato diffamato dai media iraniani per la sua pagina di Facebook e di essersi sentito troppo a disagio per tornare in Iran dalla Malesia, dove studiava.
Da allora si è trasferito a Los Angeles con la moglie e i loro due figli. I primi due anni sono stati molto difficili per riuscire a sbarcare il lunario, faceva come fattorino, mentre la moglie lavorava in una gelateria. Ora entrambi sperano di completare il lavoro di dottorato iniziato presso le università malesi.
Nel 2013, Edry e Nowrouzi si sono incontrati a St. Louis e hanno trascorso alcuni giorni insieme in un ostello.
“È stato strano, stavo incontrando il mio nemico…ci abbiamo messo un po’ per sentirci a nostro agio.”
Ma i loro figli hanno cominciato a giocare da subito. La figlia di Nowrouzi suonava il pianoforte mentre la figlia di Edry ballava.
“Perché?”, ha detto. “Non gli era stato insegnato a odiare.”
Nei tre anni successivi da quando Edry ha lanciato Israel-Loves-Iran ha anche esteso la pagina su Sandbox, un portale web in lingua inglese dove si leggono le storie della gente comune di tutto il Medio Oriente.
Ogni profilo contiene un link alla pagina di Facebook del partecipante in modo che i lettori possano trovare qualche nuovo “amico” del Medio Oriente. L’obiettivo, ha detto Edry, è quello di favorire le connessioni personali tra le persone di stati nemici.
“Dalla prima connessione, si capisce chi c’è dall’altra parte”, ha detto. “E si arriva a capire che non siamo poi così diversi. È così evidente quando uno ci pensa”.
Sandbox ha messo in evidenza alcune storie insolite, tra cui quella di un sostenitore ebreo del Likud in Iran. Secondo Edry, gli iraniani sono desiderosi di partecipare in questo progetto a gestione israeliana. Dal momento che l’inimicizia tra i due popoli è un fenomeno relativamente recente, ha detto, è più facile far breccia. È più difficile trovare i partecipanti libanesi, per esempio, anche per via della guerra a intermittenza di Israele contro Hezbollah e l’alto numero dei morti tra i civili libanesi.
Sandbox fa emergere come siano numerosi gli israeliani che vogliono connettersi con l’altra sponda.
“Mica sono io l’unico pazzo”, dice Edry.
Traduzione a cura di Maria Luna Moltedo dell’articolo pubblicato da www.forward.com

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