L’età di Biden? Un vecchio, nuovo problema

Il malore che ha colpito Mitch McConnell, leader dei Repubblicani in Senato, aggiunge un nuovo tassello al dibattito sull’età del prossimo presidente degli Stati Uniti, che rischia d’influenzare in maniera decisiva il risultato del voto.
MATTEO ANGELI
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“I trenta secondi che hanno scosso la gerontocrazia americana”, così la versione inglese di El Pais  ha descritto il malore che a fine agosto ha colpito Mitch McConnell, l’ottantunenne leader di minoranza dei Repubblicani in Senato. Per la seconda volta in appena un mese – la prima era stata il 26 luglio – il senatore del Kentucky si è fermato all’improvviso, incapace di parlare e di muoversi, con lo sguardo fisso. Per trenta interminabili secondi è rimasto “congelato” davanti ai giornalisti che gli avevano appena chiesto se intendesse ripresentarsi alle prossime elezioni.

“Finirò sia il mio mandato di leader sia il mio mandato in Senato”, la risposta di McConnell qualche giorno dopo. Vuol dire che intende guidare i Repubblicani nella camera alta fino al 2025 e conservare il suo seggio fino a gennaio 2027. Una presa di posizione che mette in imbarazzo i compagni di partito, abituati ad attaccare Biden a causa della sua età e ora a disagio ad affrontare questo argomento nel loro campo. McConnell è infatti uno dei pesi massimi del partito dell’elefantino. È stato leader della maggioranza in Senato dal 2015 al 2021 e ha continuato a tenere le redini del gruppo conservatore quando questo è finito in minoranza nel 2021.

Il suo ufficio ha cercato di rassicurare l’opinione pubblica rendendo nota una lettera del dottor Brian Monahan, dove si dice che il senatore del Kentucky non ha sofferto né di un attacco epilettico né di un disturbo del movimento, come potrebbe essere il morbo di Parkinson. Secondo il dottor Monahan, il malore potrebbe essere legato alla caduta di McConnell l’8 marzo, durante una cena privata a Washington, quando si fratturò una costola.  

In ogni caso, il malore di McConnell aggiunge un nuovo tassello al dibattito sull’età del prossimo presidente degli Stati Uniti, che rischia d’influenzare in maniera decisiva il risultato del voto. Da un lato, nell’immediato i repubblicani sono a disagio, perché lasciando McConnell a piede libero – senza chiederne le dimissioni – rischiano di essere accusati di applicare “due pesi e due misure”, attaccando Joe Biden e tacendo invece sullo stato di salute del loro leader. Dall’altro lato, però l’episodio che ha colpito McConnell mette a nudo la fragilità delle ambizioni del presidente in carica. Come ha fatto notare Nate Silver, fondatore di FiveThirtyEight, se Biden avesse un “momento-McConnell”, il suo avversario repubblicano – nello specifico Donald Trump – avrebbe in tasca la Casa Bianca.

L’ansia per l’età avanzata dei politici è un elemento relativamente nuovo nel dibattito americano. L’età media in Senato è di 65 anni. Nancy Pelosi, storica speaker della Camera, è rimasta in carica fino a 82 anni. Ruth Bader Ginsburg, giudice della corte suprema in quota Dem, mantenne la toga fino alla morte, a 87 anni, undici anni dopo l’operazione per un cancro al pancreas. E nota è la vicenda di Strom Thurmond, senatore del Sud Carolina che rimase sulla sedia a rotelle, senza quasi poter parlare o sentire, fino a quando abbandonò la carriera politica a cent’anni. 

Mitch McConnell si classifica al quarto posto tra i senatori più avanti con l’età. La decana è la democratica Dianne Feinstein, per lo stato della California, storica sindaca di San Francisco. Con 90 anni, Feinstein è stata anche lei recentemente vittima di malori che hanno contribuito al dibattito sullo stato fisico e mentale dei politici più anziani. Assente per circa tre mesi dalla camera alta per malattia, al suo ritorno è stata ripresa dalle telecamere mentre appariva “smarrita” e le si chiedeva di votare dicendo “sì e basta”, “just say aye”. Dopo questi episodi, Feinstein si è rifiutata di dimettersi, limitandosi a dire che non cercherà la rielezione. C’è però anche chi è avanti con gli anni e sembra essere in ottima forma. È il caso del senatore Chuck Grassley, repubblicano dell’Iowa, che ha 89 anni e ha vinto il suo seggio lo scorso autunno. 

E si può anche dire che l’età di Biden non ha contato nel 2020, quando con più di 81 milioni di voti è stato il candidato presidente che ha ricevuto più preferenze popolari nella storia degli Stati Uniti. 

Ma questa volta sarà diverso. La corsa alla Casa Bianca rischia di essere la sfida tra i due candidati più vecchi della storia. Biden, oggi ottantenne, avrà potenzialmente 82 anni a inizio del secondo mandato e 86 alla fine. Trump, oggi settantasette, se vincerà, avrà 78 anni al momento del giuramento e 82 a fine incarico. 

Secondo quanto dicono i medici, Biden – che ha già in mano il record di primo commander in chief ottuagenario – sta bene. Dello stato di salute di Trump si sa molto meno da quando ha lasciato la Casa Bianca. Tuttavia, come fa notare Nate Silver, la differenza tra i due resta significativa. In termini generali, a quell’età il rischio di morte aumenta significativamente ogni anno. Una ragione di più per cui l’età anagrafica di Biden è una preoccupazione legittima per gli elettori, e un problema (quasi) senza soluzione per il campo democratico. 

Basta letteralmente un inciampo, come l’episodio di giugno, quando il presidente in carica è incespicato su un sacco di sabbia durante la cerimonia di consegna dei diplomi all’accademia areonautica militare in Colorado. O le voci sull’uso di una macchina contro le apnee notturne – di cui soffre da anni, ma ultimamente peggiorate – che ha lasciato degli strani segni sul suo volto. 

Nel campo repubblicano, la corsa alla nomination è già scattata, e sono in molti a cercare di usare il tema per mettere fuori gioco Biden, ma soprattutto Trump. Dopo il malore di McConnell, Nikky Haley (51 anni) ha bollato il Senato come “la casa di riposo più privilegiata del paese” e ha chiesto di introdurre dei test per valutare lo stato mentale dei politici con più di settantacinque anni. Anche Ron de Santis (44 anni) gioca la carta del giovanilismo, ripetendo che quando lui è nato Biden era già senatore. 

Trump cerca di parare gli attacchi. “La vita comincia a 80 anni”, ha detto l’ex presidente sui social. Ma non è un assist all’avversario democratico. “Ci sono persone che a 80 e 90 anni sono lucidissime. Biden non è uno di loro”, è la sentenza del tycoon. 

Un recente sondaggio del Wall Street Journal gli dà ragione: il 73 per cento degli elettori statunitensi crederebbe che Biden sia troppo vecchio per andare in cerca di un secondo mandato.

In questa situazione, evitare il tema rischia di dare credito alle tesi degli avversari. Serve uno spin in grado d’invertire la narrativa, capace d’inquadrare l’età di Biden come un asset politico. Nel 1984 Ronald Reagan, che però aveva solo 73 anni, si trovò a fare i conti con lo stesso problema. C’era chi lo considerava troppo vecchio rispetto allo sfidante democratico Walter Mondale. Durante un dibattito presidenziale, lui seppe ribattere in maniera magistrale, dicendo: “Non farò della mia età un tema della campagna. Non approfitterò per scopi politici della giovinezza e dell’inesperienza del mio avversario”. 

Biden non può dire la stessa cosa a Trump. Ma fa comunque già notare che ha “molta più esperienza di chiunque altro si sia mai candidato per questo ruolo”. Si può aggiungere che è in buona compagnia. Sergio Mattarella ha 82 anni, Papa Francesco 86. Giorgio Napolitano ha lasciato la presidenza della Repubblica a 89 primavere e Shimon Peres detiene il record con un “pensionamento” a 91 anni. 

L’età di Biden? Un vecchio, nuovo problema ultima modifica: 2023-09-14T15:20:02+02:00 da MATTEO ANGELI
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