La superpotenza dell’Estremo Oriente nella crisi siriana

CLAUDIO LANDI
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La Siria, con la sua drammatica crisi politico-militare e la sua tragica emergenza umanitaria, è sempre al centro dell’agenda internazionale. Tregue, accordi fra Washington e Mosca, equilibri politici regionali: tutto appare ancora in discussione. Ma mentre tutti gli sguardi sono volti verso gli Stati Uniti o la Federazione Russa, c’è un altro attore globale importante che si occupa di Siria e crisi siriana. La Cina.

Pechino ha recentemente nominato un suo inviato speciale per la crisi siriana. Xie Xiaoyan, questo è il nome di questo inviato speciale, si è recato, prima di agosto, in Medio Oriente: tra l’altro, ha visitato, per la prima volta con il suo nuovo incarico, l’Egitto. E al Cairo ha assicurato che “la Cina è pronta a giocare un ruolo più grande nella crisi siriana”. Poche settimane dopo, il 18 agosto, un alto ufficiale delle forze armate cinesi, l’ammiraglio Guan Youfei, si è recato proprio a Damasco.

Sul tavolo, nella discussione ci sono stati l’addestramento militare delle forze sirianee l’assistenza al governo di Assad. Alcuni osservatori hanno subito parlato, con espressioni comunque meramente interrogative, della possibilità di un coinvolgimento militare della Cina nella crisi siriana.

La Cina è l’unico paese del P5, ovvero del gruppo dei paesi con diritto di veto al Palazzo di vetro, che non è militarmente impegnato sul terreno in Siria. Ma la Cina ha una fortissima e sempre più estesa rete di relazioni e di cooperazioni nel Medio Oriente, dall’Iran ai paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, senza tralasciare Egitto, paesi nordafricani, Iraq e Israele. La Cina ha una forte preoccupazione strategica per la presenza di una consistente minoranza musulmana nella regione del Xinjiang. Inoltre ha considerevoli importazioni di energia, petrolio e gas, dal Medio Oriente. Insomma, la Repubblica Popolare ha forti e crescenti interessi, strategici, politici, energetici, economici, geopolitici in e con il Medio Oriente. Non ultimo, Pechino si prepara al dopoguerra e alla ricostruzione della Siria devastata dal conflitto.

La crisi siriana potrebbe diventare l’occasione e il luogo per un diverso impegno e un diverso approccio cinese nella regione? Alla fin fine, l’esercito cinese avrebbe necessità anche di fare “esperienza di combattimento”, dice qualche osservatore. Insomma la Cina potrebbe decidere un impegno maggiore e diverso in Siria. Ma, andrebbe pure aggiunto, in una “logica’”un po’ diversa da quella prevalente finora in Occidente.

Chi controlla che cosa in Siria. La cartina in alto, che ripubblichiamo da al Jazeera online, illustra la situazione del conflitto siriano in agosto. La fonte è l’ISW (Institute for the Study of War)

La superpotenza dell’Estremo Oriente nella crisi siriana ultima modifica: 2016-09-15T11:47:11+02:00 da CLAUDIO LANDI
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