Navi da crociera, turismo di massa e una popolazione esasperata. No, non si tratta di Venezia, bensì di Bar Harbor, cittadina di cinquemila abitanti nell’isola di Mount Desert, nel Maine (Stati Uniti). È la città natale di Nelson Rockefeller, vice-presidente di Gerald Ford e punto di riferimento dell’area liberal del Partito repubblicano.
I turisti, tuttavia, non giungono a Bar Harbor per visitare la tenuta dei ricchissimi Rockefeller, che qui assieme ai Carnegie, ai Vanderbilt e ai Ford, l’aristocrazia industriale e finanziaria americana, amavano ritirarsi al riparo della quiete che l’isola offriva.
La cittadina è infatti popolare perché situata nei pressi del parco nazionale dell’Acadia, il più piccolo dei parchi nazionali statunitensi ma il più visitato, con più di due milioni di turisti l’anno.

Una veduta del Parco Nazionale dell’Acadia
L’inconfondibile colore del fogliame degli alberi durante l’autunno, le alte montagne e le scogliere, il mare e i laghi richiamano turisti di ogni tipo, dai crocieristi agli amanti dello sport. Milioni di turisti che si riversano per le strade dei (pochi) villaggi di pescatori tipici del New England, alla ricerca di souvenir e delle famose aragoste del Maine.
Bar Harbor è una delle poche cittadine di Mount Desert Island a non aver “bandito” temporaneamente le navi da crociera. Northeast Harbor, Tremont e Southwest Harbor hanno approvato una moratoria per limitare gli arrivi delle crociere e i problemi legati a questo settore in espansione, che ha largamente contribuito a fare del turismo la più grande risorsa economica del Maine.
I problemi per la cittadina si sono però aggravati con gli anni. La crescita del settore crocieristico ha esteso la stagione turistica, che oggi si protrae fino al mese d’ottobre. Se nel 2016 alla baia di Bar Harbor attraccavano centocinque navi da crociera, nel 2017 sono state centosessantatre, un record che ha assegnato alla piccola città il titolo del più grande porto da crociere dello stato del Maine. Centottantacinquemila passeggeri soltanto nel 2017.
L’esasperazione dei cittadini arriva all’apice nei mesi estivi quando vi sono quasi seimila turisti al giorno.
Anche se il turismo crocieristico è solo una piccola parte del turismo totale a Bar Harbor: circa il sei per cento del turismo annuale, che si aggira intorno ai tre milioni.
L’aumento degli arrivi crocieristici ha alimentato le tensioni tra i residenti, come riporta il New York Times in un reportage, tra differenti visioni del futuro della città: da un lato coloro che vivono del turismo e dall’altro coloro che sono preoccupati dai cambiamenti che esso ha sulla loro comunità, dall’inquinamento acustico all’inquinamento ambientale e luminoso e alla generale vivibilità del luogo.
Conflitto che è esploso quando i cittadini hanno dovuto decidere sull’acquisto di un vecchio terminal per ferry a qualche chilometro dalla città, dove dovrebbero attraccare le navi da crociera: oggi infatti queste devono ancorare al largo e poi trasportare i passeggeri con piccole imbarcazioni verso terra. Il terminal consentirebbe alle navi di attraccare direttamente al porto, posto fuori dalla città. Molti residenti si sono preoccupati di un ulteriore aumento degli arrivi e hanno richiesto di utilizzare i finanziamenti per fare del terminal un porticciolo che sarebbe utile per l’intera comunità.
Per sedare gli animi l’amministrazione comunale ha affidato ad un comitato di quaranta cittadini, coadiuvati da un professionista del settore, il compito di definire quale fosse l’interesse di Bar Harbor. E i cittadini hanno scelto: il terminal per i ferry avrebbe dovuto essere convertito in un porticciolo per imbarcazioni da diporto, accompagnato dalla creazione di un sistema per l’affitto delle biciclette e dalla costruzione di un tram. Le navi da crociera avrebbero dovuto attraccare ancora nella baia e trasportare i turisti attraverso piccole imbarcazioni, ma questa volta non direttamente nella cittadina di Bar Harbor ma nel porticciolo posto a qualche chilometro dalla città.
La politica poi ci ha messo del suo. L’amministrazione comunale faceva dei passi indietro, attribuendo al comitato solo un potere consultivo: l’ultima parola sarebbe spettata al comune. Che favorisce la costruzione del terminal per le crociere che, a differenza del porticciolo, potrebbe finanziarsi da sola.
I cittadini di Bar Harbor andranno al voto il prossimo giugno per decidere se acquistare o meno il vecchio terminal per il ferry, senza sapere ancora con quale scopo.
Venezia e Bar Harbor. Seimila chilometri di distanza. Contesti diversi. Problemi simili.

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