Perché il populismo? Perché è così forte?

“Servirsi del popolo” di Pietro Folena spiega perché trent’anni fa l’Italia era il paese in cui operavano partiti popolari tra i più strutturati e organizzati d’Europa, ed è oggi diventato il paese in cui i fenomeni populisti sono, insieme all’Ungheria, i più rilevanti d’Europa.
ADRIANA VIGNERI
Condividi
PDF

Il lavoro di Pietro Folena è un racconto storico della politica in Italia dal 1989 ai giorni nostri (l’inizio della pandemia) scritto da chi in buona parte di questo periodo la politica l’ha fatta in prima persona, guidato dal filo conduttore dell’attenzione alla nascita del populismo, anzi dei populismi (dal 1994), cui è dedicato nell’ultimo capitolo un approfondimento. L’interesse nasce dalla constatazione che l’Italia era soltanto trent’anni fa il paese in cui operavano partiti popolari tra i più strutturati e organizzati d’Europa, ed è diventato appunto trent’anni dopo il paese in cui i fenomeni populisti sono, insieme all’Ungheria, i più rilevanti d’Europa.

Se populismo è attitudine ad ascoltare i bisogni della gente, allora lo rivendichiamo,

disse Conte il 5 giugno 2018 chiedendo la fiducia al Senato per il suo primo governo. Semplificazione e anzi alterazione di comodo, per sfuggire non a un’ideologia, che il populismo non è, ma a uno stile politico che non poteva essere consono a una persona con la formazione di Giuseppe Conte. 

ytali è una rivista indipendente. Vive del lavoro volontario e gratuito di giornalisti e collaboratori che quotidianamente s’impegnano per dare voce a un’informazione approfondita, plurale e libera da vincoli. Il sostegno dei lettori è il nostro unico strumento di autofinanziamento. Se anche tu vuoi contribuire con una donazione clicca QUI

Sposando l’impostazione di Diamanti e Lazar, secondo cui “il populismo poggia sull’antagonismo irriducibile del popolo contro le élite, quelli in basso contro quelli in alto”, Pietro Folena distingue sei populismi italiani affermatisi nel trentennio 1989-2019. I primi tre negli anni Novanta – quello micronazionalista, con la Lega Nord di Bossi, quello videocratico di Silvio Berlusconi e quello giustizialista di Antonio Di Pietro – sorgerebbero secondo Folena da ragioni prevalentemente interne. Gli altri tre “neopopulismi”, più recenti, avrebbero trovato terreno fertile nel disordine mondiale della globalizzazione e nelle incertezze della costruzione europea: il web-populismo di Beppe Grillo, il populismo rottamatore di Matteo Renzi e il populismo nazionalistico di Matteo Salvini e, in una certa misura, di Giorgia Meloni.

Spiega Folena:

Alcuni di questi fenomeni erano stati incubati nel quinquennio precedente – come la Lega Nord e la Rete – ma le ragioni alla base della crisi della repubblica dei partiti […] funzionano da carburante potentissimo per creare le condizioni di una nuova modalità dell’agire politico, fondata sulla contrapposizione tra alto e basso, tra istituzioni (e politica) e società civile. Scompare il riferimento economico e sociale che aveva segnato per quasi un secolo la principale linea di demarcazione tra sinistra e destra. Dall’inizio degli anni Novanta del secolo scorso il paradigma alto-basso diventa, in qualche modo, costitutivo del nuovo sistema politico.

Il tema è quindi la descrizione e l’analisi degli avvenimenti e del contesto storico-politico in cui si sono affermati in Italia movimenti e partiti di segno populista.

Il libro anzitutto è utile per chi vuole ripercorrere la storia politico-istituzionale degli ultimi trent’anni in termini sintetici ma nello stesso tempo criticamente esposti, in modo da farne risaltare il significato politico e istituzionale, nell’ambito di una lettura “da sinistra” (il lavoro è presentato come il seguito di uno scritto dello stesso autore di vent’anni precedente: I ragazzi di Berlinguer).

Così ritroviamo, nell’ambito del Pci, la crisi del modello del centralismo democratico e le nuove forze che propugnano una politica meno partitica e più sociale, reazione al ciclo turbo-liberista che si afferma da Nixon in poi, con la sospensione della convertibilità del dollaro. La rivoluzione di velluto di Praga e il più drammatico Comitato centrale del Pci. La fine del Pci, che libera una parte dell’elettorato operaio e popolare in direzione della Lega Nord (e del pentapartito al Sud). La chiusura del Partito socialista di Craxi verso il neonato Pds. L’apertura verso l’Unione europea, via alternativa alla soluzione di problemi che non si riusciva ad affrontare per le vie ordinarie del governo e del parlamento, come disse Ciampi. La presidenza di Cossiga, che più lucidamente di altri vide che le trasformazioni epocali dell’89 comportavano un radicale cambiamento anche nella politica italiana. E così via, lungo i fatti salienti della politica degli ultimi trent’anni. Fino alle varie sconfitte elettorali del Pd, all’ascesa e poi caduta di Salvini, alla crescita, al crollo ma anche alla trasformazione del Movimento 5 Stelle.

Il lavoro si conclude con le risposte all’interrogativo: perché il populismo in Italia è così forte? Dapprima Folena sembra trovare la spiegazione in tutto quello che non funziona in Italia, una crisi permanente con rarissimi momenti di ottimismo e di speranza. Le dimensioni del debito pubblico degli anni Ottanta; Tangentopoli; le stragi di mafia; la presenza di una televisione commerciale così rilevante; le differenze economiche tra diverse aree territoriali; il malfunzionamento della giustizia; gli errori di una sinistra nuova (traviata da Renzi), che ha rinunciato a rappresentare il lavoro e a studiare l’innovazione; i prezzi economici e sociali pagati per entrare nell’euro; la bassa crescita economica. Ma poi ci indica ragioni più specifiche: la scomparsa in Italia dei partiti popolari (quelli attuali appaiono élite); i canali televisivi pubblici e privati, che hanno alimentato una cultura popolare basata sulla contrapposizione tra popolo e casta; la riabilitazione di fatto del ventennio fascista.

Le conclusioni lasciano inevitabilmente molti interrogativi aperti, e una certezza: che il fenomeno del populismo è in pieno sviluppo e non accenna a declinare. 

Da leggere per recuperare la memoria, in quelli che questo periodo l’hanno vissuto. Da leggere per capire qualcosa dei nostri tempi recenti, per i giovani (ma con una persona matura vicino che, qui e là, dia qualche spiegazione, o integrazione, o considerazione critica).

Perché il populismo? Perché è così forte? ultima modifica: 2021-01-20T16:11:04+01:00 da ADRIANA VIGNERI
Iscriviti alla newsletter di ytali.
Sostienici
DONA IL TUO 5 PER MILLE A YTALI
Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!

VAI AL PROSSIMO ARTICOLO:

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE:

Lascia un commento