Tutelare chi ci deve tutelare. Un appello dei Finanzieri Democratici

“L’opinione pubblica deve sapere che le Fiamme Gialle ce la stanno mettendo tutta, a volte senza protezioni personali, ma pretendono scelte che diano loro sicurezza per poter operare ed essere a disposizione della collettività ed anche per poter alla fine del lavoro rientrare a casa da mogli e figli con serenità e tranquillità.”
YTALI
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La situazione di grave emergenza vissuta in questi giorni dal nostro paese in seguito all’esplosione dell’epidemia di coronavirus ha costretto esecutivo e regioni a emettere provvedimenti la cui osservanza da parte della popolazione è tassativa al fine di poter contenere il diffondersi del contagio. 

Nonostante i provvedimenti restrittivi messi in atto e i frequenti appelli a stare a casa e a evitare ogni possibilità di contagio, i risultati fino ad ora, in termini di persone ammalate e decessi, ci fanno comprendere come questa sfida alla quale ciascuno di noi deve rispondere è ben lungi dall’essere vinta. 

Per poterla affrontare con la speranza di vincerla, il nostro Stato, le Regioni e i Comuni non possono che contare sulle forze di ordine pubblico, chiamate ad assicurare il rispetto dei vari decreti varati, reprimendo ogni atto che a essi contravvenga, nel solo interesse dell’incolumità generale. 

Agli uomini delle varie forze dell’ordine, carabinieri, polizia, guardia di finanza, vigili urbani e ai volontari della protezione civile, oltre al personale sanitario impegnato come non mai a tutelare la salute dei cittadini, è affidato quindi un compito cruciale, fondamentale in una lotta che tutto fa prevedere sarà lunga.

È quindi compito delle autorità preposte e interesse generale che a questi uomini impegnati in questa dura battaglia sia garantito di poter operare nella totale sicurezza, non dimenticando mai che si tratta di persone esposte più di altre alla possibilità di essere contagiate e di trasmettere a loro volta la malattia alle loro famiglie. 

Questa è una realtà che uno Stato democratico non deve mai dimenticare, e ben vengano quindi le proposte di protocolli di sicurezza pensati da chi conosce bene ciò di cui parla perché da sempre impegnato in prima persona operando in strada a contatto diretto con la gente. 

La nostra rivista si è spesso in passato occupata di problematiche legate al mondo delle forze armate e dell’ordine, affrontando anche temi scottanti quale la questione dei suicidi in servizio.

Molto spazio ha dato anche al tema riguardante la Guardia di Finanza, alla necessità di una sua riforma che ne preveda la smilitarizzazione al fine di poter garantire al nostro paese un corpo di polizia tributaria al passo con i tempi, capace di attuare finalmente il dettato costituzionale in campo fiscale. 

È con grande convinzione e profonda solidarietà che pubblichiamo qui sotto l’appello del Movimento dei Finanzieri Democratici, convinti come siamo che esso possa essere utile a tutte le forze dell’ordine, ai loro comandi e alla cittadinanza intera al fine di poter affrontare con forza la battaglia in cui siamo impegnati. 

Nel mentre casi di contagio e di malattia si stanno verificando tra le forze di polizia, i vigili urbani e le forze armate, ogni sottovalutazione del problema da parte di chi ha poteri decisionali in nome di una presunta supremazia e intangibilità militare, nonché stupida, sarebbe semplicemente criminale.

[Claudio Madricardo]

CONTRO IL CORONAVIRUS NON C’È PIÙ TEMPO DA PERDERE
Ci scusiamo per il nostro intervento in un momento in cui la sofferenza e lo stress degli italiani è arrivato a livelli elevatissimi. Ma ci sembra corretto che tutti sappiano quanto sta accadendo in un Corpo di Polizia con secoli di storia alle spalle, se vogliamo sconfiggere definitivamente il famigerato coronavirus sarà necessario porre in essere alcune importanti cautele. Per questa ragione dobbiamo essere anche uniti, decisi, attivi, pratici, veloci e concreti.
Il Movimento dei Finanzieri Democratici, già da qualche hanno ha ridotto la sua attività per lasciare spazio ai Sindacati che la sentenza nr. 120/2018 della Corte Costituzionale ha legittimato (quelli già nati e quelli che nasceranno), chiudendo definitivamente e finalmente le porte ad una obsoleta “Rappresentanza Militare”, che abbiamo sempre sopportato ma mai ci è piaciuta a causa della sua impostazione gerarchica interna.
Ora, però, andiamo nel concreto per quanto riguarda proprio la Guardia di Finanza, molti di noi ne hanno fatto parte ma tantissimi sono ancora in servizio e ci hanno chiesto di far nascere il Sindacato dei Finanzieri Democratici, un Sindacato che il Ministro dell’Economia e delle Finanze non ha ancora autorizzato nonostante sia un diritto costituzionalmente garantito, rafforzato anche dalla sentenza della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo.
I futuri sindacalisti hanno inviato al Comando Generale del Corpo una serie di proposte ed indicazioni per contribuire alla risoluzione di problematiche derivanti dalla pandemia di Coronavirus, alcune delle quali ci sembra siano state fatte proprie dal Vertice, ma le periferie – a quanto pare ed a quanto ci viene segnalato – non stanno ponendo in essere le misure indispensabili per permettere a coloro che debbono tutelare e garantire la popolazione, di essere a loro volta tutelati ma soprattutto sereni.
Sappiamo di situazioni veramente gravi in molti reparti operativi e di istruzione, sappiamo che la gestione del tutto è complessa e delicata ma riteniamo che un Corpo con oltre dieci Generali di Corpo d’Armata ed una pletora gigante di Dirigenti Generali (118), debba avere la celerità di attuazione ed esecuzione di misure di autotutela, di assoluta velocità ed efficacia.
Recepiamo con piacere quanto detto dal Colonnello Dario Sopranzetti nel video recentemente diramato. Concordiamo anche sul fatto che ci dobbiamo interfacciare con i cittadini con un sorriso, noi ce la mettiamo tutta ma dateci l’opportunità di essere sereni concretizzando le misure che ci permettano di essere tutelati per poi poter tutelare, sollecitando le periferie, tutte, che purtroppo – troppo spesso – non realizzano gli indirizzi del vertice.
Abbiamo anche sentito l’audio relativo al come comportarci in questo anomalo contesto, ne prendiamo atto. Dovreste però insegnare praticamente i metodi di utilizzo dei sistemi di protezione da questa “guerra virale”, come si indossano i guanti, gli occhialini e la mascherina e come e quando si debbono smaltire in sicurezza. In quell’audio dovreste fare anche una piccola correzione: su strada, in ufficio e sempre durante i controlli, i sistemi di protezione tutti debbono essere utilizzati SEMPRE e non solamente quando il cittadino o i soggetti si avvicinano. Preveniamo, conviene a tutti!
I NOSTRI RAGAZZI SONO PRONTI PER FARE LA LORO PARTE MA È NECESSARIO FARE PRESTO E FARLO ANCHE BENE.
se non vogliamo che la pandemia metta in ginocchio coloro che debbono contribuire a dare garanzie e tutele al nostro Paese.
L’opinione pubblica deve sapere che le Fiamme Gialle ce la stanno mettendo tutta, a volte senza protezioni personali, ma pretendono scelte che diano loro sicurezza per poter operare ed essere a disposizione della collettività ed anche per poter alla fine del lavoro rientrare a casa da mogli e figli con serenità e tranquillità.
PRENDIAMO ATTO CON SODDISFAZIONE
che indirizzi di intervento sono stati diramati dal Comando Generale ma abbiamo notizia che in troppi comandi periferici non ci si attenga alle indicazioni emanate. Qualcuno è ancora intento a misurare la lunghezza dell’albero motore di qualche barca, altri ad attendere note esplicative per applicare le direttive, qualcuno è preoccupato per il raggiungimento degli obiettivi operativi prefissati per il 2020. Tutto ciò ci sembra assurdo ed inopportuno in questo momento.
In alcune caserme si continua a respingere ogni ipotesi di “lavoro agile” al solo scopo di garantire la continuità dei servizi, anche se non sono affatto essenziali per sconfiggere il COVID-19.
Si continua a tenere insieme tutto il personale. In particolare, continuano le rotazioni dei servizi tra tutto il personale, piuttosto che disporre equipaggi fissi. Tutti fanno tutto e tutti frequentano gli stessi ambienti. L’eventuale contagio di uno solo, dunque, potrebbe coinvolgere tutto il reparto.
Senza per questo voler fare allarmismo dobbiamo purtroppo dire che le caserme ormai rischiano di diventare delle bombe ad orologeria pronte ad esplodere. Esiste il rischio concreto che si ammalino tutti contemporaneamente. In questo caso, se dovesse iniziare a scarseggiare il cibo, speriamo mai, chi andrà a garantire la legalità? Chi andrà a ristabilire l’ordine?
Ci permettiamo di elencare e suggerire alcuni punti importanti per cercar di superare questo momento di emergenza senza precedenti. 

1 Indicazioni perentorie ed urgenti ai Comandi periferici per l’attuazione concreta delle direttive emanate dal Comando Generale. Il personale, per paura di ripercussioni, non riesce a pretendere il rispetto delle direttive; 

2 Fornitura al personale di dispositivi di protezione (mascherine omologate, guanti, occhialini gel disinfettante, tute monouso) per tutto il personale e con particolare priorità per chi a livello operativo è in pieno e continuo contatto con la cittadinanza. Garantirsi per garantire gli altri. 

3 Sanificazione dei mezzi terrestri ed aeronavali almeno quotidianamente, meglio per ogni turno di servizio. Evitare di tenere in mare mezzi che necessitino di tanto personale, mantenendo eventuali aliquote a disposizione a terra per emergenze imprevedibili realizzando zone di riposo presso ormeggi ed aeroporti. Prevedere che le pattuglie navali, automontate ed aeree siano composte sempre dagli stessi soggetti ed utilizzino sempre gli stessi mezzi. Attualmente pattuglie automontate procedono a proprie spese alla sanificazione dei mezzi; 

4 Sanificazione degli uffici e delle caserme e dei posti di lavoro sia fissi che mobili ad ogni cambio turno; Equipaggi e pattuglie a composizione fissa per mitigare il pericolo di contaminazione. Stesse persone minor pericolo, in caso di contaminazione, di propagazione del virus. 

5 Utilizzo di lenzuola monouso in ogni luogo dove sia prevista la possibilità di riposare su brande o letti; 

6 Turni continuativi, anche di 12 ore, per evitare fenomeni di pendolarismo e limitare la mobilità ed in modo che tra un turno e l’altro trascorra un lasso di tempo tale da ridurre l’efficacia del virus sugli oggetti. Per postazioni fisse in caserma prevedere turni di 24 ore sia per il responsabile del servizio che per il piantone, 

7 Sovraffollamento dei luoghi di lavoro. Riduzione al minimo del personale degli uffici, Venga prevista la presenza di una, due persone al massimo per turno in locali adeguatamente ampi ed ipotizzare lo smart-working, ovviamente per quelle trattazioni che non implichino dati sensibili; 

8 Prevedere la concessione di licenze speciali o straordinarie per il periodo di emergenza (se non è speciale questo momento vorremmo che diceste quando è speciale) per poter disporre di personale “fresco” a turnazioni quindicinali, per far fronte ad un periodo che purtroppo abbiamo la sensazione non sarà breve; 

9 Obbligo di far fruire le licenze ordinarie degli anni pregressi a coloro che ad oggi non le hanno ancora fruite; 

10 Per il personale in rientro da malattia obbligatoriamente prevedere il tampone per eventuale rilevamento COVID-19; 

11 Dotazione per ogni posto di lavoro di prodotti detergenti ed igienizzanti ad uso del personale. 

12 Per la salvaguardia e l’efficienza di tutto il personale, prevedere tamponi di controllo in maniera sistematica tramite strutture GdF se esistenti o presso laboratori accreditati; 

13 Gli emolumenti straordinari vengano impiegati esclusivamente per motivi operativi e attinenti al particolare momento. 

14 Possibilità di congedi parentali per poter accudire i figli (così come previsti dal D.P.C.M.), in questo periodo in cui ogni attività della pubblica istruzione è stata sospesa. In particolare rivolti a separati o con coniuge impiegato nella Sanità pubblica o in altri impieghi ritenuti essenziali per fronteggiare l’emergenza della pandemia. 

15 Impiegare il personale quasi in via esclusiva per attività relative al contenimento della pandemia in atto. Per questa attività riteniamo sia auspicabile un unico “Presidio di Polizia interforze AntiCovid- 19” a livello provinciale per poter coprire in maniera più agevole il territorio senza sovrapposizioni. Prevedere un’aliquota di personale anche per vigilanza e controllo per illecite attività abusivamente aperte o per speculazioni sui costi di mascherine e materiale similare. 

16 Siamo, però, fermamente contrari alla proposta, avanzata da qualcuno, di richiamare in servizio il personale ora in quiescenza/pensione. Ciò costituirebbe un grave errore perché verrebbe messa a grave rischio la vita di soggetti anziani e spesso malati, aggravando ancora di ulteriori costi il nostro Stato. 

Per ora ci fermiamo qui.
Pensiamo che ci sia tanta carne al fuoco, molta della quale ci auguriamo che sia stata già tolta con tempestivi interventi dell’ultim’ora.
Se tutti i punti fossero stati già affrontati e risolti ne saremmo felici.
Il nostro intento è sempre quello di essere propositivi e collaborativi in ogni circostanza, nella speranza di poter essere da stimolo. 

Luigi Francesco Traverso, con Vincenzo Montenegro, Raffaele Dore, Michele Citro, Vincenzo Cerceo, Lorenzo Lorusso 

Tutelare chi ci deve tutelare. Un appello dei Finanzieri Democratici ultima modifica: 2020-03-22T18:13:37+01:00 da YTALI
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