Happy Birthday, Mr Cavalcaselle

Cavalcaselle… Chi? Giovanni Battista Cavalcaselle lo scrittore, lo storico, il critico d’arte; un uomo che ha dato un'impronta talmente inedita e importante alla sua materia di studio da assurgere a notorietà universale. Almeno tra i competenti… E quanti anni compie? Diciamo che in questi giorni ne avrebbe compiuti duecento.
ENNIO POUCHARD
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Se, nel cognome di Giovanni Battista Cavalcaselle, c’è quasi una premonizione degli eventi biografici imprevedibili da lui vissuti, non so dirlo; posso affermare però che tutto ha origine dalla sua nascita a Legnago, nel Veneto veronese, nel 1819, quando mancava ancora quasi mezzo secolo per l’annessione della regione al Regno d’Italia e faceva quindi parte dell’Impero Austro-Ungarico. In un clima d’inquieta attesa, Giovanni Battista s’iscrisse a ingegneria presso l’Università di Venezia, seguendo il desiderio del padre, ma passò da lì a poco all’Accademia di Belle Arti, che non concluse mai; qui tuttavia assorbì l’interesse per l’arte rinascimentale, su cui si avvilupparono i tralci della sua esistenza. Li coltivò viaggiando a piedi nel Veneto e in Italia, visitando pinacoteche, palazzi, conventi e chiese, scoprendo un’infinità di opere d’arte note o sconosciute. Girò anche in Germania, sostando a Francoforte, Colonia, Berlino. Nel 1848, mentre si dirigeva verso i Paesi Bassi, venne a sapere dell’insurrezione della Lombardia e del Veneto e si precipitò a Padova per arruolarsi nella Legione studenti e volontari veneti che partecipava agli eventi rivoluzionari legati alla proclamazione della Repubblica Veneta di Daniele Manin. Catturato dagli Austriaci, fu condannato a morte, ma fortunosamente scampato all’esecuzione corse a combattere per la Repubblica Romana di Giuseppe Mazzini, crollata la quale lo si ritrova in Francia.

Il disegno con appunti di Cavalcaselle accanto al dipinto da cui è tratto, l’Ecce Homo di Antonello da Messina, Metropolitan Museum, New York

A Parigi rivede il giornalista inglese Joseph Archer Crowe, corrispondente del Daily News e amateur d’art, di sei anni più giovane, conosciuto tempo prima in Germania, il quale trovandolo male in arnese lo aiuta a raggiungere Londra. Vi rimane guadagnandosi inizialmente il minimo necessario per sopravvivere quale restauratore e disegnatore di oggetti d’arte, finché incontra il presidente della National Gallery, Sir Charles Lock Eastlake, in una Londra in pieno fervore di progetti artistici, il quale, convinto delle sue capacità critiche sui capolavori della pittura italiana, lo inserisce nel Select Committee, il comitato per la scelta delle opere da acquistare nell’Europa intera, e specialmente in Italia. 

Albrecht Dürer, Autoritratto, Madrid, Museo del Prado

La caratteristica su cui il nostro protagonista basa istintivamente gli studi critici che lo distinguono non ha precedenti: parte infatti da un’esplorazione instancabile e metodica di opere in prevalenza rinascimentali, delle quali butta giù all’istante uno o più schizzi a matita, cui aggiunge la registrazione scritta di dati formali e di impressioni personali. Da essi, poi, ricava disegni a penna, che contengono tutto quanto gli può essere utile – colori, elementi formali, riferimenti a documenti reperiti in archivi, notizie e disegni relativi alla locazione dell’opera, dati bibliografici ­per la formulazione di un testo critico, che per come si è sviluppato non potrà che soppiantare quanto apparteneva alla tradizione e ai “si dice che” allora imperanti; ivi compresi gli scritti del Vasari. È un’indagine sui valori formali, adatta a scoprire i dettagli significativi, che secondo lui sono specifici di ogni epoca e ogni cultura. In essa, per esempio, non mancano gli argomenti adeguati al fine di potersi presentare in veste di promotore sia della difesa dei patrimoni artistici, sia di leggi adatte a contrastare le esportazioni delle opere di particolare importanza, fatte passare sotto falso nome. Al punto che Paola Marini, già direttrice delle Gallerie dell’Accademia a Venezia, lo definisce “pioniere della storia dell’arte come disciplina e precursore della tutela del patrimonio artistico italiano”.

La Flagellazione di Cristo di Piero della Francesca, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino

Crowe, dicevamo, lo incontra nel 1847 in Germania, viaggiando in carrozza tra Hann e Minden. È pure lui un self made young man e trova in Cavalcaselle, che gli si presenta qualificandosi pittore, il futuro socio complementare necessario per impostare un lavoro in comune, fatto di testi suoi e disegni dell’italiano. Insieme lavorano accanitamente, arrivando a pubblicare volumi a doppia firma (la prima è sempre quella dell’inglese) come Early Flemish Painters (1856), New History of Painting in Italy from the 2nd Century to the 16th Century (1864), History of painting in north Italy (1871), The Life and Times of Titian (1877), Lives of the Early Flemish Painters: With Notices of Their Works (1879), Raphael: his Life and Works (1882-85).

Cavalcaselle da solo pubblica frattanto Sulla conservazione dei monumenti ed oggetti di belle arti e sulla riforma dell’insegnamento accademico, Sul più autentico ritratto di Dante, Pittura friulana del Rinascimento (contenente anche l’Inventario delle opere d’arte del Friuli), Spigolature tizianesche e, in collaborazione con Giovanni Morelli, Le Gallerie nazionali italiane e Catalogo degli oggetti d’arte delle Marche e dell’Umbria.

Dal 1857 al 1861 Cavalcaselle ritorna in Italia per conto di Sir Charles Lock Eastlake, dell’editore londinese John Murray III e di Austin Henry Layard, archeologo, diplomatico, politico, scrittore e conoscitore d’arte, allo scopo di svolgere le ricerche necessarie per un’edizione critica delle Vite di Giorgio Vasari, ma la mole di materiali raccolti è tale da sconsigliare agli interessati il completamento del progetto.

Continua invece l’andirivieni: Copenaghen, Stoccolma, Pietroburgo, Praga, Vienna, Budapest, la Scozia, l’Istria… e ovviamente tutta l’Italia. Nel ’61 è chiamato, assieme a Giovanni Morelli, a redigere un catalogo delle opere d’arte di proprietà ecclesiastica nell’Umbria e nelle Marche, che a lavori conclusi si rivela un volume di grande valore. È attivissimo ma tutto ciò non gli viene ripagato adeguatamente: in due anni, tanto per dire, riceve dai suoi committenti duecento sterline (circa 5.000 lire), che corrispondono a poco più di quanto guadagna un ispettore di museo, sulle 2.000 l’anno, considerate una miseria. E dall’Italia pare non riceva che delusioni, se nel ’63 scrive a un corrispondente inglese che a lui, cui non rimane caro che il suo paese: “intendo dire l’Italia d’un passato e la speranza d’un suo avvenire, ma il disprezzo del presente ove tutto è fango e corruzione”. Nel 1867 è a Firenze, in qualità di ispettore generale del Museo nazionale del Bargello, ma ha come collaboratori pittori incompetenti nel campo dell’arte antica: si dimette.

Va a Roma e dal 1875 fino al ’93 è ispettore capo presso la nuova Direzione Centrale degli Scavi e dei Musei del Regno; esplora ancora lo stivale italico per contribuire con la sua autorevolezza e conoscenza specifica all’organizzazione di nuovi musei, agli acquisti di dipinti e sculture e ai restauri necessari, sostituendosi talvolta ai responsabili. Umberto I lo premia con encomio solenne, ma lui non si sente soddisfatto e, anche da qui, si dimette. Ha settantaquattro anni e gliene restano altri quattro: la fine gli arriva inaspettata: è colto da un malore in treno, tra Firenze e Roma; muore il giorno seguente, 31 ottobre 1897.

Si è accennato, sopra, alla sua pratica nei restauri; va aggiunto che più volte, durante i suoi viaggi ispettivi, ha dovuto affrontare pure problemi in questo campo, non per interventi omessi o ritardati, ma fatti male, che ha stigmatizzato con un verdetto inesorabile: “meglio di restaurar sarebbe sempre conservare l’antico qual è”.
Per l’attuale bicentenario, la cittadina natia ha orchestrato appuntamenti commemorativi, dei quali questo è il programma ufficiale.

Celebrazioni in atto
Per celebrare il duecentesimo anniversario della nascita di Giovanni Battista Cavalcaselle il Comune di Legnago organizzato una serie di eventi, cui hanno dato la loro adesione il

 Comune di Verona (Assessorato alla Cultura, Direzione Musei Civici), l’Università degli Studi di Verona (Dipartimento Culture e Civiltà) e, di Legnago, la

 Fondazione Culturale Antonio Salieri, il
 Liceo Giovanni Cotta, l’Istituto Marco Minghetti, il
 Circolo Filatelico e Numismatico “Sergio Rettondini”, gli Istituti Comprensivi Legnago 1 e Legnago 2.
Inoltre, il progetto ha ottenuto il patrocinio della Regione del Veneto e della Provincia di Verona e
 la Direzione dei Musei Civici – Assessorato alla Cultura del Comune di Verona, ha promosso una giornata di formazione per i docenti delle scuole secondarie di primo grado di Legnago e a seguire, un ciclo di visite guidate per gli studenti al Museo degli Affreschi G.B. Cavalcaselle a Verona.

 

Calendario degli eventi
23 febbraio: Lezione del prof. Philippe Daverio in collaborazione con la Fondazione culturale Antonio Salieri (Teatro A. Salieri, Legnago).

Happy Birthday, Mr Cavalcaselle ultima modifica: 2019-02-21T12:07:48+01:00 da ENNIO POUCHARD
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