Venezia, assessori e consiglieri tra il nuovo e il vecchio

La nuova giunta e il nuovo consiglio ci raccontano di un potere del centrodestra ormai stabile e consolidato nella città. Centrosinistra e centrodestra sono più socialmente variegati nella rappresentanza e con un maggiore numero di donne rispetto al passato.
MARCO MICHIELI
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Venezia ha una nuova giunta e un nuovo consiglio comunale. Ma chi sono i consiglieri e i membri della giunta? Come è cambiato, se è cambiato il loro profilo, rispetto al passato? Come spesso accade ci si concentra sui risultati elettorali però l’identikit dei componenti della classe politica locale rimane sempre poco esplorato. Abbiamo pertanto cercato di confrontare alcuni aspetti – età, genere, titolo di studio, professione, indice di rielezione, tasso di “matricole” – delle giunte e dei consigli comunali tra il 2000 e il 2020. Si tratta di quattro sindaci e cinque consiliature: tre sindaci di centrosinistra (Paolo Costa, Massimo Cacciari e Giorgio Orsoni) e uno di centrodestra (Luigi Brugnaro e le due consiliature legate alla sua persona).

Per farlo abbiamo raccolto i dati dai curricula pubblicati dal sito del comune e siamo risaliti a quelli del 2000 e 2005 grazie a Wayback Machine, l’archivio di internet che consente di vistare le pagine web non più prsenti sui siti o gli stessi vecchi siti (in questo caso quello del comune di Venezia). Quando i cv non erano disponibili si è fatto affidamento alle informazioni reperibili nella stampa.

Ultima nota: si è tenuto conto delle giunte e dei consigli nella loro fase d’insediamento e quindi non sono stati considerati successivi cambiamenti di assessori o dimissioni di consiglieri comunali.

Più donne rispetto al passato ma peggio del 2015

Per quanto riguarda la rappresentanza di genere, le giunte di centrodestra sono con quella di Massimo Cacciari del 2005 le più paritarie pur avendo soltanto un terzo di donne al loro interno. La situazione tra il 2015 e il 2020 non è cambiata e Burgnaro rinconferma la presenza femminile di giunta del 2015. Per quanto riguarda il Consiglio, si nota chiaramente l’intervento della legisalzione in termini di doppia preferenza di genere. È stata utilizzata per la prima volta nelle elezioni comunali nel 2015. Come si vede si è passati da un consiglio comunale prettamente maschile a una rappresentanza più equilibrata – il 39 per cento dei consiglieri è donna nel 2015 -, anche se nelle scorse elezioni comunali la rappresentanza femminile ha subito una diminuzione (in controtendenza rispetto alle municipalità).

Meno giovani del 2015, la nuova classe politica si stabilizza

Come si vede non abbiamo molti dati rispetto al 2005 per quanto riguarda la giunta comunale. Tuttavia è interessante vedere come la giunta Brugnaro del 2015 abbia rappresentato una rottura in termini sia di rappresentanza femminile sia di età: la prima giunta Brugnaro è la prima in quindici anni ad essere composta in maggioranza da persone sotto i cinquant’anni. Una novità che tuttavia scompare con la nuova giunta del 2020 e con la riconferma di alcuni degli assessori della precedente giunta. L’età media della giunta attuale è di 50 anni contro i 47 anni del 2015 (e contro i 53 del 2010, i 56 del 2005 e i 49 del 2000).

Per quanto riguarda il consiglio comunale invece la situazione è diversa. È la giunta Orsoni del 2015 quella che rappresenta la maggiore rottura in termini di classi di età: quasi due terzi del consiglio comunale è sotto i 50 anni, un più più alto del primo consiglio dell’era Brugnaro. Nel 2015 infatti si abbassa lievemente la rappresentanza sotto i cinquant’anni, per scendere ulteriormente nel 2020. La differenza nel 2020 rispetto al passato è che il nuovo consiglio comunale ha la maggiore presenza di under 35 degli ultimi vent’anni. L’età media dei consiglieri è la stessa del 2015 – 50 anni – e leggermente più alta rispetto al passato (47 nel 2000, 48 nel 2010 e 2015).

Titolo di studio, il consiglio più variegato, in giunta quasi tutti laureati

Il record di laureati in giunta comunale lo detiene la giunta Orsoni mentre con le due giunte Brugnaro scompare chi detiene la licenza media (in linea forse con la diminuzione dell’età della giunta rispetto al passato). Tutto sommato però vi è una certa continuità rispetto alle giunte precedenti. Nel consiglio comunale la situazione è più varia ma aumentano quelli con il dottorato di ricerca e i laureati rispetto al 2015.

Una giunta di politici, un consiglio comunale professionalmente sempre più variegato

Abbiamo anche considerato la professione dichiarata nei curricula pubblicati. Ancora una volta mancano un po’ di dati rispetto al 2000. Va detto subito che c’è una componente ampia in tutte le giunte, salvo quella Orsoni di persone, che abbiamo indicato come “politico”. Si tratta di assessori con un cv essenzialmente basato sulla carriera politica e senza esperienze professionali prevalenti. È una presenza costante in tutte le giunte ma la giunta comunale più recente ne ha una componente maggiore, almeno rispetto al 2015.

Interessante è anche un altro aspetto: i “liberi professionisti” e gli “imprenditori/manager”. Queste due categorie fanno capolino nel 2010 nella giunta Orsoni e poi guadagnano terreno nelle due giunte successive di Brugnaro, dove rappresentanto più di un terzo dei membri della giunta. Scompaiono gli “insegnanti” e i “docenti universitari” nelle due giunte Brugnaro mentre resistono gli “avvocati”, presenza costante di tutte le giunte. Ritornano anche i “lavoratori dipendenti del settore privato”, un’altra presenza costante di tutte le giunte ma assenti nella giunta del 2015 di Brugnaro.

Più variegato il consiglio comunale dove per tutte le consiliature i “lavoratori dipendenti del settore privato” e i “lavoratori del settore pubblico” (istituzioni locali, regionali, aziende municipali ed ex aziende statali) hanno rappresentato quasi un terzo dei consiglieri. L’apice si è raggiunto nel 2010 con Orsoni, quando un quarto dei consiglieri apparteneva alla categoria “lavoratori del settore pubblico” (un quinto nella consiliatura successiva). Altra presenza costante è quella del “pensionato” e quella dell’“avvocato”. Nel 2015 per la prima volta entra in consiglio comunale qualcuno che si definisce “artigiano/commerciante”.

Abbiamo anche considerato le professioni dei consiglieri per area politica tra il 2000 e il 2020.

Nel 2000 l’area di centrosinistra è composta essenzialmente da consiglieri “pensionati”, “ricercatori” e “lavoratori del settore pubblico” mentre i consiglieri del centrodestra rappresentanto in sostanza tutte le professioni liberali. Nel 2005 cambiano un po’ di cose. Con l’elezione di Massimo Cacciari contro Felice Casson, entra in consiglio una maggiore varietà di professioni e il centrosinistra poggia essenzialmente su consiglieri che si definsicono “lavoratori dipendenti del settore privato”, “lavoratori del settore pubblico” e “liberi professionisti”. Si riduce la categoria dei “pensionati” nel centrosinistra e scompare quella dei “ricercatori”. Nel centrodestra, con un esiguo umero di consiglieri, si riduce anche la rappresentanza delle professioni liberali e fa il suo ingresso la categoria dei “lavoratori dipendenti del settore privato”, che sarà una costante e una colonna dello schieramento di centrodestra anche nelle successive consiliature.

Nel 2010 abbiamo un ulteriore cambiamento: sia centrosinistra sia centrodestra hanno una solida base in consiglieri lavoratori dipendenti “del settore privato” e “del settore pubblico”. Per il centrodestra è una novità e diventerà una costante. Nel 2015, il centrodestra ha una maggiore differenziazione, in ragione del numero di consiglieri, e i consiglieri provengono da mondi professionali variegati. Una varietà presente anche nel 2020. Nel centrosinistra tornano consiglieri provenienti dal mondo dell’istruzione, mentre nel centrodestra cercano di farsi spazio tra i lavoratori dipendenti “del settore privato” e “del settore pubblico”, i “commercialisti” e gli “avvocati”.

Più rieletti e meno “matricole”

Abbiamo infine verificato l’indice di ri-elezione dei consiglieri comunali. Come si vede, il 2005 e il 2015 hanno rappresentato due elezioni di svolta: soltanto il 20 e il 22 per cento dei consiglieri sono stati rieletti. Si tratta di due momenti fondamentali per il rinnovo della classe politica locale. Il 2010 e il 2020 rappresentano invece il raggiungimento di unacerta stabilità della classe politica uscente con la riconferma del 40 pe cento dei consiglieri. A differenza però del 2005, quando il 76 per cento dei consiglieri era composto da eletti alla prima esperienza in consiglio comunale, nel 2015 il numero delle “matricole” è più basso: perché la vittoria del centrodestra ha certamente consentito l’elezione di nuovi consiglieri ma molti dei consiglieri eletti nella maggioranza avevano esperienze consiliari precedenti, magari interrotte o nelle file di altri partiti.

Venezia, assessori e consiglieri tra il nuovo e il vecchio ultima modifica: 2020-10-10T18:46:30+02:00 da MARCO MICHIELI
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